La pianta grassa e l'Angelo.
di Diana Brodoloni  (tratto da: «Fantasie in Piazzetta» Ediz.: Quartiere Sammarì)




Dormiva. Non sapeva se la primavera sarebbe mai arrivata, ma non e ne curava.
Durante il lungo inverno qualche spina si era incurvata su sé stesa, qualche altra era diventata più dura.
Il vento del nord l’aveva insidiata; ma, pur con qualche ammaccatura in più, era ancora al suo posto, dentro il suo vaso, nel suo ingoio di balcone.
E adesso, dormiva.
Quel giorno, però, l’aria era diversa e c’era una luce strana nel suo sogno.
Si sentì sfiorare, sembrava un alito di vento. Lo ignorò, voleva continuare a dormire. Ma ancora quel solletico... Aprì un occhio un po’ contrariata, ma quel che vide la costrinse a svegliarsi del tutto.
Cos’era quella cosa leggera e trasparente che si era impigliata tra le spine? Per un attimo le mancò il respiro; che un sacchetto di plastica le si fosse appiccicato addosso, proprio non se lo aspettava! “Scusami” disse quella strana cosa “Non era mia intenzione darti fastidio, ma il vento era dolce, mi cullava, e io ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato andare”
Non era un sacchetto di plastica!
E adesso che facciamo?” rispose la pianta grassa “Non riesco a ritirare le mie spine per lasciarti andare. Sì, ogni tanto qualcuna cade, ma qualcun’ altra s’incurva e rischi di rimanere imprigionata. Io non posso muovermi, non so come fare e la tua veste si sta strappando” Intanto il vento si era fermato e non c’era più nulla che costringes¬se quell’etereo velo a tendersi.

Così, le spine facevano meno male.
I giorni passavano ed era nato tra i due un singolare sodalizio. L’ombra del velo, ogni tanto, faceva cadere qualche spina e la pianta grassa sembrava meno pungente.
A volte l’Angelo, preso dalla nostalgia del cielo, tentava di andarsene; la pianta allora cercava di tendere spine per lasciarlo volare. Invano. C’era sempre qualcosa che riusciva a trattenerlo; ma, in quello stesso istante, diventava il fiore più bello che quella pianta grassa avesse mai avuto.
Qualcuno dalla strada alzava gli occhi e, senza sapere perché, ammirava quella strana coppia tenuta insieme da un soffio di vento.
Perché da lassù qualcuno ha voluto così?
A noi, poveri mortali, non è dato conoscere i disegni divini.
Intanto, anche l’Angelo e la pianta grassa attendono istruzioni.


FOTO D'OCCASIONE: Cose scritte senza nulla pretendere