Storia di una stella.
di Diana Brodoloni.
(tratto da: «Fantasie in Piazzetta» Ediz.: Quartiere Sammarì)




Accadeva ogni sera. Più o meno a una cert’ora.
Mentre il buio camminava a passi lunghi verso la notte Lei piano piano cambiava aspetto.
Anche le altre lo facevano, ma erano così distanti che le vedeva appena. Chissà se anche loro si chiedevano perché.
Mille domande senza risposta si affollavano dentro la sua luce.
Poi, quando l’oscurità si arrendeva al chiarore del giorno, Lei ridiventava cieca come la notte.
Così da sempre. Così per sempre. Chiuse gli occhi e un respiro inquieto si impadronì dei sogni.

Non era ancora sera, quella sera, ma uno strano malessere aveva già invaso ogni sua fibra.
La sensazione di essere attratta verso qualcosa diventava più forte man mano che il suo aspetto mutava.
Quando la trasformazione raggiunse il suo culmine, non riuscì più a trattenersi e si lasciò andare a quella forza misteriosa che la pretendeva tutta per sé.
Era così veloce la corsa di quel suo essere di luce in caduta libera che una vistosa scia luminosa sembrava seguirla.

“Mamma, mamma ho visto una stella che cadeva!” gridò il bambino tutto eccitato “E’ vero, l’ho vista, l’ho vista!”
Ci credo, ci credo” rispose la mamma stringendolo a sé.
Sai, si racconta che, se una persona è così fortunata da vedere una stella cadente, può esprimere un desiderio e, se non lo dice a nessuno, questo si avvererà
Come sarebbe bello poterla toccare!” pensò il bimbo in silenzio nel calore di quel rifugio sicuro.

Non sentì alcun male quando la sua folle discesa finì in quell’abbraccio liquido; anzi, leggera come non mai, si lasciò cullare, cullare, cullare. Solo dopo, si accorse, meravigliata, che non era sola. Sembrava che tutta la coda di una cometa fosse stata, come Lei attirata in quella follia!
Guardò su: la luna era al suo posto, il cielo e le stelle pure! Ma tutt era capovolto, a testa in giù! O forse era Lei che era al contrario?

Non riusciva a mettere in fila i pensieri e di nuovo, lentamente tutto intorno a Lei cambiò aspetto.
Schiariva e, per la prima volta in vita sua, la sua luce non si spense; anzi, diventava più forte ora che l’orizzonte si tingeva di rosa, arancio., rosso... azzurro...
Era così presa dalla novità che non sentì subito. Qualcosa l’ave sfiorata. Eccolo di nuovo, e poi di nuovo... Uno strano solleti andava e veniva..
Cos’era quella strana creatura che la invitava a seguirla?
Seguirla? E come? Non sapeva come muoversi! O forse... sì?...
La seguì e forme e colori, di cui non conosceva nemmeno l’esistenza si impossessarono del suo piccolo cuore di stella.

Quanto tempo era passato? Poco... tanto... Non lo sapeva più. Sapeva solo che quel mondo ormai era parte di Lei e Lei era pai di quel mondo!
Cielo e mare... cosa poteva volere di più?

Successe all’improvviso... un’ agitazione generale... e tutti che cei cavano di scappare da tutte le parti!
-“È l’uomo! È l’uomo! Attenti alla rete!...
Cos’era l’uomo? E la rete? E perché tutti ne avevano paura?
Quando, nonostante la concitazione generale, veramente non potè più muoversi, capì.
Una voce: “Questa la prendo io!”

Si sentì sollevare e poi... più niente... buio! ...buio!... “Nonno!, Nonno!” Il ragazzino lasciò il pallone correre da solo sulla spiaggia e volò tra le braccia del nonno.
Chiudi gli occhi e apri le mani, ho una cosa per te!
Non aveva più il cielo, non aveva più il mare.
Era solo una piccola stella tra le mani sporche di un bimbo!
Erano mani piccole, piccole e .. calde...
Il cielo era freddo, il mare era freddo...
Le piccole mani erano calde.
Sorrise...
Il bambino aprì gli occhi e poi le mani...
Aveva il cielo ... aveva il mare tra le mani Sorrise...
La terra tra le dita del bimbo sorrise...
Aveva cielo e mare e ... calore... di mani bambine


FOTO D'OCCASIONE: Cose scritte senza nulla pretendere