Vincent.

(30/12/1980)
Tratta da: "Canto la mia generazione
Edizioni Cappelletti 1981

Dietro le sbarre di una prigione
il pazzo contempla
e immobile fissa il mondo che è fuori.

Da quando quel giorno,
dopo aver scavato per un'esistenza
è riuscito a mettere il dito
sulla sanguinante piaga della Verità,
i suoi occhi si sono fermati
e il suo corpo si è lasciato andare
e dolcemente liberato, i suoi gesti ora
sono così lenti e mansueti.

Vincent fin da piccolo camminava
a due centimetri da terra
e fin da piccolo i suoi occhi
ridevano al mondo.
Da sempre, egli era,
così caparbiamente coerente.

Vincent che fu per noi maestro, fratello,
compagno di viaggio e di sventura.
Vincent che non diceva mai di no.
Vincent che sapeva amare.

Con la pazza gioia di una farfalla
e il cuore veloce come un'antilope
quell'uomo incomprensibile
rinchiuso dietro queste sbarre sociali,
è volato via,
al di fuori di se stesso.

Per noi l’amarezza e la paura
di non saperlo seguire.
Per loro ancora una storia da raccontare
ancora una vicenda da spettegolare.



MI CHIAMO ENRICO - Le poesie di Enrico Traversa