Canto la mia generazione.

(5 febbraio 1981)
Tratta da: "Canto la mia generazione
Edizioni Cappelletti ottobre 1981

Poesia letta e interpretata da: Antonio Traversa

Con la rabbia che ho in corpo
oggi spezzerei catene.
Con l'animo che mi ritrovo
posso solo maledire l'era della burocrazia.

Così mentre questo stupido mondo
si diverte a farci perder tempo
« col santo e duro lavoro »
a cui tutti hanno diritto;
mentre gl'imbecilli della terra
vorrebbero rubarci l'anima,

io guardo attraverso gli occhi di Filippo
questa strana palla che è il mondo
e m'accorgo che vivere è bello.

E così Angelo indossa ancora il suo caftano
e Sergio col suo cappellaccio parla d'amore.
Daniela scherza e fà il pagliaccio
mentre Vincenzo rincorre le proprie parole.

Gianfranco ride come un pazzo
mentre Mariella bacia ironica
la sfera della fortuna.
Nicola con un salto tocca la luna.

Sauro corre col suo aquilone
e Paola, capelli al vento, fà l'airone.
Tony suona la sua canzone
e Marina danza sotto il sole.

Così Tiziana parla col mare della sua storia
e Gianni vola tranquillo come un acrobata,
mentre Luigi bacia sua madre e la saluta
e Luisa lancia la sfida alla vita.

Cristiana galoppa veloce
in sella al quel treno
e Raffaele vede cadere per sempre
quel fastidioso velo.

E intanto Lorenzo
suona l'armonica,
mentre Cristina torna bambina
Claudio dà un calcio al pallone.

Sergio fotografa il mondo stupito
immortalandolo premendo un dito.
Emilio ritrova la strada di casa
tenendo per mano, stregato, una fata.

Bob fissa stupito l'infinito
e Andrea tocca finalmente l'irrazionale.
Umberto ride alla rivoluzione reale
e Ugo corre, corre col suo striscione marziale:
« SARA' UNA RISATA CHE VI SEPPELLIRÀ' ».


MI CHIAMO ENRICO - Le poesie di Enrico Traversa