Il bambino che salvò il mare.
di Edoardo Cesca - classe 5/E



Con i piedi nell’acqua e gli occhi all’orizzonte Giovanni, occhi azzurri come il mare e capelli castani, in un pomeriggio primaverile è seduto sulla spiaggia, fatta di ciottoli e sabbia, di Porto Recanati. L’acqua è limpida e incastonati vi sono parecchi scogli che fanno da barriera alla costa.
Giovanni ama il mare in questo periodo dell’anno perché non è affollato come nelle calde giornate estive, perciò, si può rilassare ascoltando il rumore che procurano le onde del mare infrangendosi sugli scogli. Con lo sguardo segue il volo dei gabbiani che volano formando un cerchio nel cielo azzurro.

Vive lì tutto l’anno, con i suoi nonni, perché i suoi genitori lavorano fuori città. Giovanni assorto nei suoi pensieri, ricorda di quando era piccolo e giocava con i suoi genitori felice e spensierato.
All’improvviso, però, sente un rumore strano provenire dal fondo del mare, volge lo sguardo e vede un banco di sardine avvicinarsi a lui. Una di loro, muovendo la pinna, lo saluta. Giovanni, stupito ma anche un po' spaventato, si fa coraggio e con voce tremante risponde: - Ciao, sono Giovanni. Cosa vi serve?

La sardina risponde senza paura: - Tutto il mare è in pericolo perché l’uomo riversa, ogni giorno, tanti rifiuti inquinandolo. Sappiamo che ami il mare perciò vorrei chiederti di aiutarci a salvarlo. Immergiti con noi e scoprirai quante bellezze esso custodisce. Per farlo devi diventare anche tu un pesce, tocca la mia pinna e per magia assumerai le sembianze di una sardina.
Giovanni, desideroso di aiutare il mare e i suoi abitanti, tocca la sardina e, in un baleno, si trasforma in un pesce.

Il pesciolino Giovanni comincia a nuotare insieme alle sardine e si accorge di quanto è bella la vita sottomarina. Infatti il fondale è pieno di coralli, alghe e spugne di ogni tipo. Da ogni angolo spuntano pesci dai colori vivacissimi che giocano a rincorrersi.

Ad un tratto, però, rimane sbalordito vedendo una tartaruga dall’aspetto inconsueto: ha una sorta di sacchetto sul viso. Giovanni si avvicina titubante e si accorge che la povera tartaruga non riesce a respirare. Con poche pinnate riesce a sfilarle il sacchetto salvandole la vita.

Tutto il giorno, Giovanni, nuota senza sosta e scopre che a diversi pesci è toccata la stessa sorte della tartaruga: un delfino ha ingoiato una bottiglia di plastica, un banco di spigole hanno le branchie immobilizzate da una strana sostanza oleosa, una coppia di gamberetti è rimasta bloccata in una lattina di coca cola.

In serata arrivano diversi pescherecci che calano in mare delle reti piuttosto malconce e che con il peso del pescato si spezzano facilmente disperdendo piccoli frammenti di plastica nel mare. Allora Giovanni decide di salire in superficie per suggerire loro di verificare la robustezza delle reti ed utilizzare eventualmente reti biologiche.
Gli spiega, inoltre, che gli abitanti del mare stanno soffrendo e che per questo rischiano di morire. I pescatori meravigliati nel vedere un pesce parlare la loro lingua, lo ascoltano con attenzione e approvano la sua idea.
È ormai giunta l’ora di tornare a casa e Giovanni saluta i suoi nuovi amici. Si avvicina alla pinna di una delle sardine, la tocca e riprende le sembianze di un bambino.
Nuotando raggiunge la riva del mare e decide di compiere un’altra buona azione.

Si rivolge ai proprietari dei diversi balneari e spiega loro che per salvaguardare la salute del mare è importante imporre l’obbligo di non gettare rifiuti di ogni tipo ovunque ma di utilizzare gli appositi contenitori per la raccolta differenziata.

Giunto a casa Giovanni corre nella sua cameretta e stanco si tuffa sotto le coperte del suo lettuccio, ma non riesce a dormire. Con gli occhi gonfi di lacrime pensa al suo amato mare e alle sue meravigliose creature: è felice di averle aiutate.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Edoardo Cesca.
a cura di: www.portorecanatesi.it