A mio Padre.

(17 ottobre 1978)
Tratta da: "Frammenti di un'esperienza
Edizioni Cappelletti 1980

Troppo bello sarebbe stato
veder realizzati i miei progetti
accanto al tuo manifesto disprezzo
e nascosto consenso.

La tua sarebbe stata
la rivincita di un padre
sulla propria vita amara
costellata da molteplici preoccupazioni
e scarna di soddisfazioni.

Il tuo figlio pirata,
pecora nera della famiglia,
che realizza attraverso se stesso
i tuoi ideali nascosti.

...E invece no!
Tu te ne sei andato
e mi hai passato il testimone:
la lenta vecchiaia di mia madre,
la preoccupazione della famiglia,
e il lavoro per il quale tu
eri anima e corpo
e anarchico per il mio modo di vedere,
ora che tutto mi è più chiaro.

Più anarchico certo,
perché privo di schemi
e pieno di spontaneità
e amore per gli altri.

Triste è per la nave pirata
accorgersi di essersi arenata in porto.
Ora lo so.
Ora che ho preso il tuo posto.


MI CHIAMO ENRICO - Le oesie di Enrico traversa