Associazione Ente Palio San Floriano - Jesi

L’Associazione Ente Palio San Floriano contribuisce a riscoprire, rievocare, valorizzare e diffondere la storia e le tradizioni della città di Jesi e dei Comuni della Vallesina, con particolare riferimento alla commemorazione di San Floriano, compatrono e Santo prottettore della città e della Valle.
L’evento principale organizzato e promosso dall’Associazione è il “Palio di San Floriano”.
Tutti i diritti sulla manifestazione, logo e nome, sono registrati.
In Festo Sancti Floriani
Mille anni dopo la morte di San Floriano, avvenuta nel 304 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano, era ancora vivo il culto del martire cristiano, compatrono di Jesi insieme a S. Settimio.

La prima attestazione della presentazione del Pallio nel giorno della Festa di S. Floriano, è del 14 settembre 1227, quando Jesi impose al Castello di Apiro, nella diocesi di Camerino, di sottomettersi.

Il culto di S. Floriano veniva celebrato con una festa che era caratterizzata da tre avvenimenti principali: la cerimonia religiosa di presentazione del Pallio (dal latino pallium, mantello) il 4 maggio, da parte dei Comuni assoggettati a Jesi; i giochi, svolti in onore del Santo, e infine la fiera, a cui partecipavano non solo i cittadini di Jesi, ma anche individui provenienti dal Contado e dalle regioni confinanti.

Il pallio era uno stendardo di seta e di vari colori: rosso, nero, verde, giallo, d’oro, a tinta unita o decorato di rose, fiori ecc. Su di esso era ricamata o disegnata la figura di S. Floriano o il leone rampante, simbolo di Jesi e di molti castelli del contado.

Alla vigilia della festa ogni castello eleggeva un proprio rappresentante che aveva il compito di recarsi alla cerimonia a cavallo, portando con sé il pallio sospeso ad un’asta o lancia e della cera per la chiesa del Santo, offerta poi sostituita con del denaro.
I partecipanti, scortati dall’ “Armata pro Festa Sancti Floriani”, e accompagnati da una folla numerosa, attraversavano le principali vie di Jesi, al suono di trombe e flauti, fino a giungere alla piazza S. Floriano, odierna piazza Federico II.

Arrivati all’ingresso della chiesa di S. Floriano, dove aspettavano le maggiori autorità cittadine, Gonfaloniere, Podestà e tutte le massime cariche istituzionali, veniva eseguito l’appello nominale dei Castelli assoggettati in ordine decrescente di importanza e di grandezza, facendo ad uno ad uno il nome delle città che dovevano presentare lo stendardo e, allo stesso tempo, giurare fedeltà e ubbidienza alla città di Jesi. All’appello rispondeva il portatore del pallio, il quale, agitandolo, affermava la propria presenza, protendendo il braccio con il vessillo verso il Gonfaloniere o Podestà di Jesi.
Questi, nel prenderlo in consegna, verificava la fedeltà del Castello rappresentato, dopodiché, dagli stessi portatori, gli stendardi venivano introdotti in chiesa ed appesi alle finestre.

Terminata la cerimonia religiosa, la festa continuava in piazza, dove avevano luogo danze, banchetti e gare.
Ad allietare gli spettatori vi erano anche dei giochi: il più atteso era la gara dell’anello che si disputava o di pomeriggio o di sera. Era la gara di abilità più importante e popolare ed era aperta a Jesini e forestieri.

La fiera di S. Floriano durava otto giorni, dal 30 aprile all’8 maggio, quattro prima e quattro dopo la festa vera e propria.
Gruppo Tamburi
Il gruppo tamburi dell’Associazione Ente Palio San Floriano nasce nell’anno 1996/97 dall’esigenza dell’associazione di avere un gruppo che scandisse il tempo per la sfilata del corteo e che facesse ritornare rumorosamente la città ai suoi albori passati.
Oggi si esibisce sia animando cortei e borghi sia proponendo coreografie ritmate create dagli stessi componenti, che sanno strappare calorosi applausi e vividi consensi di pubblico.
Responsabile: Marco Mancini
Responsabile Piccoli: Francesca Bocchini
Gruppo Arcieri
Formato nel 1999, all’interno dell’Associazione ” Ente Palio San Floriano”, costituiscono il nostro punto di riferimento, sia per il loro mitico arco lungo, il LONGBOW, sia per il periodo storico al quale ci ispiriamo. La buona preparazione storica ed atletica hanno permesso già dal primo anno di dimostrare, in spazi ristretti, come venivano impiegati in battaglia gli arcieri medievali, unico corpo regolare di tutti gli eserciti del tempo.
Responsabile: Mauro Boccacci
Gruppo Armati
Il Gruppo Armato nasce all’interno di questa associazione, un po’ per gioco ed un po’ per passione di un gruppo di amici di ricostruire e simulare, con spade e bastoni, i duelli tipici del Medioevo. L’armatura utilizzata è costituita da tunica e cotta in maglia d’acciaio o ferro che, da indossare sotto, rappresentò per quasi tutto il periodo medievale, l’armatura pesante standard. Completa il tutto camaglio (passamontagna in anelli d’acciaio), elmo, guanti in maglia di ferro e stivali in pelle.
Responsabile: Rolando Fabbro
Gruppo Sbandieratori
Il Gruppo Sbandieratori ha sempre caratterizzato con le sue coreografie ogni edizione del Palio, grazie alle loro bandiere e alle loro divise, rappresentanti i colori della tradizione legati sia all’Associazione sia alla città di Jesi, cioè bianco e rosso. La loro funzione nel Medioevo era molto particolare: essi viaggiavano prevalentemente al seguito degli eserciti e servivano per poter comunicare a distanza, sopratutto per quanto riguardava gli spostamenti strategici da effettuare.
Responsabile: Silvia Pennacchioni Responsabile Piccoli: Nicoletta Camilletti
La Saltica di San Floriano – Ballo Medievale
Il gruppo di ballo medievale nato durante il Palio di San Floriano 2014. Donne e uomini che si esibiscono in balli di gruppo di tipica ispirazione medioevale sulle note di antiche musiche.
Responsabile: Erasmo Cascio
Gruppo Figuranti
Il Gruppo Figuranti nasce con l’intento di inscenare, in abiti e costumi d’epoca, le figure che popolavano la città nel XIII secolo, sfilando per le piazze e le vie del centro durante la manifestazione. Nel Medioevo, la città di Jesi si ergeva a libero comune con un proprio Governo autonomo, Podestà, Consoli e Scuole di Arti e Mestieri. Durante quel periodo, vivere in città, piuttosto che in campagna, assicurava a tutti una certa stabilità e sicurezza: a stretto contatto, vivevano canonici, nobili, cavalieri, mercanti, artigiani e rigattieri.
Responsabili: Nazzareno Zagaglia