Io mi sento libero quando...
di Matteo Nazarenka - classe 5/E


RACCONTO PREMIATO con la seguente motivazione:
Il testo ad immagini dell’alunno Matteo Nazarenka è accompagnato dal testo scritto redatto dalle insegnanti che guidano il ragazzo nel suo percorso di apprendimento.

Matteo Nazarenka Matteo Nazarenka Matteo Nazarenka

Ciao, ho quasi 12 anni e sono un ragazzo speciale. insieme ai miei compagni ho visto il film “la gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”. È una storia semplice, dai toni leggeri dietro ai quali si nascondono i valori più grandi dell’amicizia:
- Il rispetto
- la fiducia
- la responsabilità
- la libertà
- la forza di volontà

Io mi sento libero quando la mia maestra mi permette di sfogarmi dopo aver lavorato tanto in classe. Mi piace fare una pausa dalle lezioni colorando e costruendo pupazzi con i fermacampioni. Con me tutto prende vita. Un razzo di carta può svolazzare. Un rettangolo può diventare una bella collana da mettere al collo.
Quando c’e’ ancora tempo prima della ricreazione, esco a fare una passeggiata, corro verso il palazzetto della scuola media e dò il via libera a corsa, salti e giravolte. Mi piace far vedere ai bambini e agli adulti le mie doti di ballerino (bielo)russo.

Amo il treno: quando lo sento passare dalla finestra ho voglia, talvolta, di interrompere il compito, alzarmi e immaginare dove può fermarsi questo mezzo. Qualche volta riproduco anche il suono. Se non ho molta voglia di lavorare, o decido di concedermi una breve pausa, mi piace fare delle torsioni con il busto e delle grandi circonduzioni della testa. Faccio girare il capo a chi mi sta accanto ma io rido come un matto.
A fine giornata ho bisogno di riposarmi qualche minuto per gratificarmi, per l’impegno che metto in classe. In aula sostegno c’è una grande lavagna magnetica. resto per molto tempo lì a giocare con i numeri e faccio invecchiare tutti passando da un millennio all’altro.

Dal 1850 al 2040 è un attimo, il tempo scorre in fretta. Mi piace molto la matematica, ma anche la geografia. Di fronte a una cartina del mondo o dell’Italia, il mio ditino magico inizia a gironzolare passando dalle Alpi agli Appennini, dalla Russia all’Africa. Viaggio spesso con i miei genitori e chiaramente tappa fissa deve essere la fermata alla metropolitana. Se non posso uscire, non c’è nessun problema, perché mi basta “google maps” per fare dei voli pindarici.
Il mercoledì pomeriggio ho motoria e rientro a scuola con piacere perché per me la palestra è un luogo simile a una grande giostra. Lì, posso veramente esprimere me stesso in assoluto…togliermi le scarpe, correre, saltare come non ci fosse un domani e giocare con qualsiasi strumento mi passi tra le mani.

Mi piace salire sopra il tappetone e tuffarmi, oppure prendo una palla e la lancio nel vuoto sperando di non prendere nessuno in faccia. Talvolta sono un po’ dispettosetto, perché mentre i miei compagni svolgono un esercizio, io li abbraccio da dietro oppure approfitto per manifestare affetto a tutti ma privilegio le ragazze.
Anche passeggiare in mezzo alla natura mi dà la sensazione di serenità. in questi momenti sfoggio il mio sorriso più bello.

Voi, tutto questo, non lo chiamate libertà? per me lo è! ma per sentirmi libero ho bisogno anche di un grande cerchio di persone che mettano un freno alle mie pulsioni e che mi aiutino ad essere più autonomo possibile, persone che credono in me e nelle mie potenzialità.
Certe volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci sproni a non fermarci al primo fallimento ma ritentare e avere più fiducia in sé stessi.
Vola solo chi osa farlo!
Ciao a tutti.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Riccardo Alfei.
a cura di: www.portorecanatesi.it