Viva la pace
di Martina Mendella - classe 5/A - (Sez. A)


… sembrava fermo invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento…
Questa era la più grande e la più bella caratteristica di un eroe: un gabbiano disposto a dare la sua vita per salvare quella degli altri. Sembrava fermo, invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento…
Si chiamava Raffaello, un gabbiano dai colori della pace, lui era un esperto di volo, più di tutto amava volare e infatti da quelle parti era molto conosciuto come campione di volo. Ogni pomeriggio si dirigeva verso il parco a fare compagnia ai bambini, con gli altri gabbiani.
Questo era più o meno il suo “lavoro” quotidiano. Insomma, aveva una vita perfetta, tranquilla, fino a che paura e dolore presero il sopravvento. Alle sei si sentirono degli scoppi: - Boom! - Raffaello per prima cosa andò a cercare i suoi amici Luca, Lala e Marco.
- Amici, state bene?- chiese Raffaello.
-Tutto bene, Raffaello! Solo una tremenda paura. - risposero.

Nel pomeriggio non uscirono a causa degli scoppi delle bombe che assordavano le orecchie e perché avevano paura di essere uccisi. Ormai non potevano più staccarsi dai loro scogli per andare al parco pieno di bambini, non potevano più andare a volare liberamente. Questa situazione finì tre mesi dopo, quando gli scoppi si sentirono di meno, perché la guerra si era spostata nella città accanto.
Quando i giovani gabbiani si sentirono più sicuri, decisero di staccarsi dai loro scogli e di tornare a rivedere la città. Ai loro occhi si presentò una scena sconvolgente: la città era deserta, il parco-giochi trascurato, deserto, senza bambini, i giochi tutti distrutti.
C’erano solo fumo e scintille di fuoco dappertutto.
- Dobbiamo riunirci per sconfiggere la guerra! - disse Raffaello.
- Ma come facciamo? Siamo pochi per sconfiggere una guerra! - disse Lala.
Tutti rimasero in silenzio nel tentativo di cercare una soluzione. Dopo alcuni attimi di riflessione, Raffaello disse:
- Allora cercheremo dei rinforzi da tutte le parti del mondo!
A questa proposta si levò un coro di allegri:
- Sii!
- Iniziamo domani mattina alle prime ore dell’alba! - disse Marco ad alta voce e tutti annuirono. In tutto quel silenzio assurdo si sentiva solo il battito delle ali.

Ci vollero molti giorni ma quando tornarono, ognuno sapeva cosa fare ed erano intenzionati a sacrificare le loro vite per risolvere il problema della guerra.
- Siete pronti? - chiese un gabbiano con l’elmetto. La risposta fu affermativa. -Ok, allora partiamo.
Si diressero subito dagli uomini con le armi e iniziarono a beccarli e a graffiarli.
- Ahia! Maledetti gabbiani! Andate via! - dissero i soldati armati.
Uno gli diede una zampata in modo tale di graffiargli la faccia, un altro gli beccò un occhio e Raffaello volò dall’alto e andò contro un uomo. I gabbiani avevano annientato tutti i soldati. Era stata un a battaglia all’ultimo sangue ma ne era valsa la pena.
Tutti i cittadini acclamarono Raffaello e gli altri gabbiani per l’impresa compiuta. Il mattino dopo ritornò a splendere il sole; due mesi dopo la città era tornata alla normalità.
Quando i gabbiani videro la loro città ricomporsi ne furono fieri e lasciarono i loro scogli per tornare a giocare con i bambini.
– Viva la pace! - disse uno. - Viva la pace!!!- gridarono tutti i gabbiani in coro.
CHE LA PACE TRIONFI NEL MONDO!




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Martina Mendella.
a cura di: www.portorecanatesi.it