Flick e Jack
di Aurora Cannuccia - classe 5/D - (Sez. A)


Sembrava fermo, invece metteva tutta la sua forza per risalire controvento, Flick, quel gabbiano che volava in una soleggiata ma ventosa giornata di primavera.
Stava provando a volare sempre più in alto, dove nessun gabbiano aveva mai volato prima.
Nel frattempo dal suo veliero, Jack, un giovane pirata, osservava meravigliato le acrobazie del gabbiano, che volava sicuro di sé. Ad un certo punto, inaspettatamente, Flick perse il controllo e precipitò violentemente in mare perdendo i sensi. Il giovane pirata ebbe pietà per quella creatura e decise di salvarla, recuperandola dall’acqua.

Il gabbiano ferito rimase diversi giorni sulla nave. Migliorava lentamente e mentre recuperava le sue forze, ebbe modo di osservare il suo salvatore. Dall’aspetto sembrava proprio un pirata: indossava un grande tricorno nero con una piuma gialla che gli arrivava fino alle spalle. Aveva anche una lunga giacca rossa e degli stivali neri consumati dalle sue continue esplorazioni sulla terraferma.
Il suo comportamento, però, gli faceva capire che non era un vero pirata: non rubava, non assaltava navi, non combatteva in duello con la sua spada. Anzi, era proprio l’esatto contrario: era sempre gentile, chiedeva le cose con cortesia e tutti lo amavano.

Così un giorno il gabbiano gli disse:
- Tu non sei un vero pirata!
-Hai ragione! Io amo navigare, amo il mare, amo viaggiare e conoscere luoghi, tradizioni, usanze e culture diverse! - rispose. - In realtà siamo molto simili! Anche io voglio conoscere. Non mi accontento di essere come i miei simili! - spiegò Flick- Gli altri gabbiani non sono come me, loro preferiscono dormire e litigare per un pezzo di pesce. Io ho provato ad essere come loro, ma non ce l’ho fatta, perché solo il volo mi rende libero di essere me stesso!
Con il tempo, i due diventarono amici, perché c’erano molte cose che li accomunavano: viaggiare, conoscere, esercitarsi, ma soprattutto il desiderio di essere liberi di esprimere se stessi. Da allora i due amici divennero inseparabili.

Ogni giorno si esercitavano a fare ciò che amavano di più: Flik si metteva alla prova per superare i suoi limiti nel volo, sotto l’occhio affettuoso di Jack che invece sperimentava nuove tecniche per navigare e andava alla scoperta di isole e terre sconosciute, sempre in compagnia dell’amato gabbiano.
Caro lettore, di sicuro sai che ogni pirata che si rispetti ha un pappagallo appoggiato sulla spalla. Il nostro amico Jack, invece, non riusciva a fare un passo senza il suo amico Flick posto sulla spalla, suscitando invidia a tutti gli altri pirati!




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Aurora Cannuccia.
a cura di: www.portorecanatesi.it