Mi faccio coccolare dal mare.
di Edaordo Ballarini - classe 5/F


RACCONTO PREMIATO con la seguente motivazione:
L’elaborato evidenzia sensibilità nell’affrontare le tematiche legate al mare, dimostrando di saper riflettere ed elaborare sentimenti ed emozioni usando un linguaggio semplice ma corretto e ricco di sfumature.

Con i piedi nell'acqua e gli occhi all'orizzonte mi faccio coccolare dal mare.
Era già tarda mattina, era veramente caldo quel giorno ed era pieno di gente: c'erano bambini che giocavano con le pistole ad acqua, altri che parlavano tra loro sotto l'ombrellone al riparo dai raggi del sole.
Allora decisi di spogliarmi all'ombra ed immergermi poi nel mare. Dopo qualche minuto, però, decisi di sedermi sulla sabbia rovente con i piedi immersi nell'acqua cristallina.

Guardandomi attorno riuscii a sentire il caldo che il sole emanava, era come una mano, una mano di una ragazza che mi toccava la schiena e me la accarezzava.
Alzando lo sguardo vidi uno stormo di gabbiani e poi anche qualche cormorano che si tuffavano in acqua in cerca di pesce fresco da inghiottire.
Erano diversi i loro colori; ce ne erano alcuni con il piumaggio bianco latte, altri grigiastri ed alcuni con la testa bianca e con le piume grigio-verdi.

Guardando in basso invece notai piccoli pesci variopinti che si muovevano freneticamente per rifugiarsi al riparo degli scogli: erano di varie razze: pesci pagliaccio, sardine e diversi piccoli storioni con i loro becchi appuntiti. Improvvisamente qualcosa catturò la mia attenzione: era un sasso a forma di cuore, dei colori dell'arcobaleno.

Il mare mi attira sempre con le sue meraviglie inaspettate; ci si sorprende e ci si ferma a pensare e a meditare su ciò che viviamo e sui nostri ricordi.
Guardando più a largo verso l'orizzonte riuscii a scorgere l'intreccio del cielo, senza l'ombra di una nuvola, con il mare cristallino.

Era bellissimo, mi faceva pensare a un dipinto lasciato ad asciugare e poi sfumato con qualche goccia d'indaco.
Ad un certo punto un rumore ruppe la tranquillità della spiaggia, poi un altro rumore come se qualcosa mi stesse ronzando nelle orecchie...
Era un traghetto stracolmo di turisti armati di macchine fotografiche che si muoveva lentamente in lontananza nella tavola piatta del mare.
Appena tutto cessò risentii il calmo "rumore" del mare.

Toccai la sabbia dorata tra i miei piedi che mi faceva sentire bene.
lo adoro il mare, lo amo soprattutto d'estate, quando posso fare lunghi bagni e mi fa ricordare quando ero piccolo e mio padre mi prendeva in braccio e mi lanciava in aria facendomi fare dei bellissimi tuffi.
Dopo un po' un piccolo granchio si avvicinò a me e mi guardò fisso negli occhi. Trascorse qualche minuto poi si rituffò e si avviò verso il mare aperto.
Lo seguii con lo sguardo e scoprii il suo nascondiglio che si trovava qualche metro più in là, in mezzo agli scogli.
In quel rifugio, oltre a lui, abitavano altri granchi, molluschi e piccoli pesci... insomma i residenti del mare.

All'improvviso sentii un vuoto silenzio e mi allarmai perché avevo compreso che si era fatta sera.
I miei sensi erano alle stelle e riuscivo a percepire perfettamente anche il movimento del mare: era come una melodia emanata da un violino che mi toccava dolcemente i capelli. Istintivamente riaprii gli occhi e vidi di nuovo i gabbiani alla ricerca di cibo, alti nel cielo ora colorato di uno splendente rosso - arancio.

Il loro verso era come un lamento che si sente a volte in modo potente, altre volte no, ma ugualmente si sente.
Starei ad ascoltare all’infinito con gli occhi fermi ad osservare il volo dei gabbiani chiedendomi se l'uomo imparerà mai a volare come loro.




Premio «Murè» Porto Recanati - Racconto di Edoardo Ballarini.
a cura di: www.portorecanatesi.it