Probiviri.

|Segreteria PD Porto Recanati | Inserito il 31/07/2010 | Stampa
Mai vorremmo essere nei panni dei probiviri del P.D.L. (Partito dei Ligi). Che, nei giorni prossimi, si troveranno a dover emettere un giudizio su alcuni membri del Sultanato di Arcore che hanno deciso di non sottostare ai dettami del grande capo ed hanno osato porre all’attenzione dei media e dell’elettorato l’angosciante “questione morale”.
Parliamo, ovviamente degli onorevoli Bocchino, Granata e Briguglio, che hanno avuto il peccaminoso demerito di denunciare un crescente malessere del loro elettorato verso situazioni poco fluide dal punto di vista etico e giudiziario che, come sappiamo, hanno portato alle dimissioni di Ministri e Sottosegretari coinvolti in inchieste giudiziarie. Ed allora, noi, uomini della strada, ci chiediamo come funzioni questo grande partito di ispirazione popolare e cattolica. Perché pur sforzandoci, non riusciamo proprio a capirlo.

Ci chiediamo infatti perché dai probiviri non ci sia finito Claudio Scajola, uno che si faceva comprare case da imprenditori edili agganciati con il potere, a sua insaputa.
Ci chiediamo altresì perché davanti a questo collegio di saggi non ci sia finito Nicola Cosentino, Sottosegretario all’economia sul quale grava un mandato di cattura confermato dalla Cassazione e respinto dal Parlamento.
Ci chiediamo, oppure, perché a fare una gita davanti a queste menti superiori non ci vadano Aldo Brancher, ministro dimissionario ed ex dipendente Fininvest, condannato nei giorni scorsi dal Tribunale di Milano con rito abbreviato a due anni per appropriazione indebita nel processo Antonveneta, oppure l’Onorevole Salvatore Sciascia condannato nell’esercizio delle funzioni di dipendente Fininvest a due anni e 6 mesi per corruzione della Guardia di Finanza.

Ma soprattutto, consentitecelo, ci chiediamo perché davanti al collegio dei probiviri non vada Marcello Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia che, recentemente, si è visto confermare in appello una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e che ha definito l’omicida e mafioso Mangano, noto stalliere di Arcore, come un eroe.
Ecco, nel Partito dei Ligi, se l’On. Fabio Granata dice che i veri eroi sono Falcone e Borsellino, e non Mangano, finisce processato davanti ai probiviri.
Se, invece, Marcello Dell’Utri, in una intervista rilasciata ad un quotidiano di tiratura nazionale, afferma di usare la politica per potersi difendere dai suoi guai giudiziari (che non sono pochi) viene trattato dai suoi colleghi di partito e dal suo grande capo come un “intellettuale di provate capacità”.

C’è una distonia evidente che speriamo non siamo gli unici a cogliere. Ed è una distonia che ci riporta alle dichiarazioni recentemente rilasciate in una intervista a Repubblica dall’On. Luca Barbareschi, anch’egli membro del P.D.L. che denuncia ai quattro venti: “Quando sono venuto qui pensavo che avrei fatto politica, non gli interessi del Premier”
Presumiamo che anche Barbareschi sarà inviato al severo giudizio dei probiviri del Partito.
Noi del Partito Democratico, invece, vi invitiamo ad una semplice riflessione.
E vi poniamo una domanda: “ESISTE UN LIMITE A QUESTA DERIVA ?”
Vogliamo fortemente credere di si. E, con il vostro aiuto, vorremmo iniziare a ribellarci.

Segreteria PD Porto Recanati | Edit: 31/07/2010 | Stampa