Due giorni dopo, il 10 maggio 1978, tutti i giornali del
mattino riportavano con titoli funerei la notizia. Dopo 55
giorni di prigionia, lo statista Aldo Moro era stato ucciso
dalle Brigate Rosse, il suo corpo ritrovato nel
bagagliaio di una Renault R4 rossa, posta emblematicamente a
metà strada tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure.
Veniva firmata col sangue una morte già annunciata col
“Comunicato n.9” con cui le BR dichiaravano conclusa “la
battaglia cominciata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a
cui Aldo Moro e' stato condannato”.
Un uomo, seduto al tavolo scrostato del bar Asso di Cuori di
Firenze, frugò nel taschino della camicia, estraendone
occhiali spessi di tartaruga. Puntò il dito tozzo sul
trafiletto di fondo pagina, dove veniva riportato uno
spezzone di discorso che Aldo Moro aveva pronunciato ancora
da uomo libero e ne seguì con attenzione il senso.
Poi alzò gli occhi e si guardò intorno. Il bar era deserto,
fatta eccezione per il ragazzo dietro al bancone che con uno
straccio in mano asciugava da due ore lo stesso bicchiere, e
una bimbetta alle prese con un cono gelato.
Era entrata da circa un quarto d’ora e in mano stringeva con
foga gli spiccioli per quella meraviglia spumosa, tutta
allungata in punta di piedi per poter arrivare con lo
sguardo goloso al di là della vetrina. La scelta era ardua,
i gusti così numerosi e lei aveva voglia di provarli tutti.
Ma, come ogni volta di fronte a tante allettanti
alternative, la volontà bizzarra si soffermò sulla scelta
più elementare e, forse, meno desiderabile.
-Fragola e cioccolato - disse in fretta, col volto arrossato
che già tradiva vergogna e pentimento.
L’uomo al tavolo sorrise, tirò un sospiro come se prendesse
fiato, ed iniziò a scandire ad alta voce le parole in
corsivo che aveva sotto gli occhi:“La democrazia è un
tutto con molteplici interferenze e ciò ne rende arduo il
cammino nella storia del mondo.
La crisi della democrazia si apre dovunque e comunque essa
sia privata dei suoi elementi essenziali, scarnificata e
semplificata contro la verità della vita umana, che è essa
stessa complessa e difficile.”
Solo la bimbetta lo guardò, incuriosita, e nel voltarsi
distolse l’attenzione dal gelato tanto atteso. Fragola e
cioccolato rovinarono lentamente sul pavimento di piastrelle
gialle, mentre due occhi grandi color nocciola fissavano
increduli e già colmi di lacrime, la fine prematura di un
desiderio.
Per approfondire:
http://www.ilo.org/public/italian/region/eurpro/rome/index.htm (lavoro infantile)
http://www.misteriditalia.it/casomoro/ (caso Aldo Moro)