Il Creato e la sua salvaguardia.

| di Gloria MAZZA | inserito il 22/06/2007 | Stampa


a conservazione del Creato è un problema che per sua natura può trovare soluzione solo se sarà oggetto di una politica di interventi continui e di sistematico finanziamento”.
Le numerose e gravi alluvioni, che in questi ultimi anni, hanno colpito varie regioni italiane, debbono essere messe in relazione alle condizioni attuali del territorio, che ha subito cambiamenti per piani urbanistici che non prevedono i dissesti, che non sono attenti alla difesa del suolo e per una edilizia senza limitazioni e senza regole costruttive.
Il verde e di conseguenza il bosco sono elementi fondamentali per la conservazione del suolo e per l’equilibrio biologico dell’ambiente.
Quando il bosco scompare anche il suolo scompare e si ha desertificazione, piene torrenziali,allagamenti,scomparsa della fauna.
Il bosco è il nostro capitale natura, è un’arma di difesa dell’ambiente, è un bene di interesse pubblico; è anche un fenomeno socio-culturale,perchè partecipare attivamente alla piantumazione di un bosco e vederlo crescere, significa coinvolgere persone di tutte le età, ripristinando in questo modo, il rapporto uomo-natura.
Oggi questo rapporto è stato sostituito dal binomio uomo-cemento, che eradica nell’individuo solo concetti quali:
- dente per dente
- quanto mi dai, se ti do
- un’anima un voto.

L’uomo nel ristabilire il rapporto con la natura, rimette in equilibrio anche i suoi rapporti con gli altri.
Il Santo Padre, Benedetto XVI, ha ricordato,qualche domenica fa, durante l’Angelus, che la conferenza episcopale italiana ha istituito il 10 settembre, la giornata per la salvaguardia del creato:” il 10 settembre la Chiesa in Italia celebrerà la prima giornata per la salvaguardia del Creato, grande dono di Dio, esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo”.
Si tratta dunque di un comune impegno dei cristiani e non, a promuovere atteggiamenti più maturi e responsabili nel rapporto con il creato, collegando l’ecologia dell’ambiente a quella che Giovanni Paolo II, con sapiente lungimiranza, ha chiamato l’ecologia umana (Centesimus Annus, n n 37-39).

Oggi quindi l’ecologia è anche un problema di coscienza cristiana.
E noi cosa facciamo a Porto Recanati?
Dov’ è la festa dell’albero?
Dov’ è un bosco per la città?
Dov’ è la pineta?

Molta attenzione va posta, da subito, al “problema pineta-zona dei laghetti”.
Ripulire la pineta come è stato fatto adesso, non ha alcun significato.
Da subito insieme alle forze politiche e alle associazioni interessate, nonchè ai cittadini tutti, dobbiamo formare un movimento che abbia come fine quello di far rimboschire e mantenere la pineta.
Deve essere chiaro che per rimboschire una pineta, questa deve essere chiusa al pubblico per almeno tre anni e vanno messe apposite difese a mare, che impediscano ai venti salsi di rovinare le giovani piante messe a dimora.
Scelte che vadano al di fuori di queste due basilari considerazioni, hanno come fine la volontà di non ricostituire la pineta e di farne un uso che niente ha a che fare col verde pubblico.
La zona dei laghetti con la sua cementificazione, insieme al nostro stare a guardare, è uno dei tanti insulti alla salvaguardia del creato.
Dobbiamo attivarci in modo serio, consapevole, organizzato, affinchè la pineta e la zona dei laghetti vengano restituiti a una popolazione che del suo territorio ha perso tutto.

Gloria MAZZA
| inserito il: 22/06/2007 | Stampa