Porto Recanati: da “salotto sul mare” ad “anticamera…. a gas”.

| di: Gruppo Uniti per Porto Recanati | Inserito il 01/09/2009 | Stampa

n rigassificatore è un impianto (immaginate un grande serbatoio) che serve a riportare allo stato gassoso il Gas Naturale Liquefatto (GNL) trasportato da enormi navi gasiere.
Il gas proviene da Paesi esteri in cui sono stati costruiti i cosiddetti “liquefattori”. In questi impianti il gas viene portato a una temperatura che si aggira attorno ai -160°C, temperatura a cui diventa liquido (GNL) e riduce il proprio volume di oltre 620 volte. Ciò permette il carico del gas sulle navi e il suo trasporto verso i cosiddetti “rigassificatori”, che riportano il combustibile allo stato aeriforme e, per mezzo di un gasdotto, lo immettono nelle reti nazionali del gas.

Nel 1944, a Cleveland, negli Stati Uniti, il primo rigassificatore installato a terra devastò un’area grande quasi tre chilometri quadrati causando 181 morti e 680 senzatetto. Un’esplosione simile si ebbe anche nel 2004 in Algeria, in un “liquefattore”.
I motivi di preoccupazione sono molti:
Il GNL, fuoriuscendo dalle condotte o in seguito a una perdita dal rigassificatore o dalle navi gasiere, torna velocemente allo stato gassoso (aumentando, tra l’altro, di oltre 600 volte il proprio volume), creando un’immensa nube di gas infiammabile;

La nube di gas infiammabile è in grado di spostarsi (in base ai vari modelli teorici ricostruiti sperimentalmente) fino a 54 km dal rigassificatore, mettendo potenzialmente a rischio, nel nostro caso, i comuni di Porto Recanati, Sirolo, Numana, Loreto, Recanati, Castelfidardo, Potenza Picena, Osimo, Civitanova Marche e Ancona;

Miscelandosi con l’ossigeno presente nell’aria e raggiunta una particolare concentrazione (5-15% gas, 85-95% ossigeno), la nube si accenderebbe con una semplicissima scintilla, creando una palla di fuoco, ovunque essa si trovi. Le unità dei Vigili del fuoco non sono assolutamente in grado di estinguere un incendio del genere, che può soltanto esaurirsi da sé;

Nel 2007, il rapporto di un importante ufficio di controllo statunitense (GAO) ha confermato che le navi metaniere possono incorrere in attacchi suicidi a opera di imbarcazioni cariche di esplosivo, in attacchi a distanza e in assalti armati, che determinerebbero “una grave minaccia per la sicurezza pubblica, il disastro ecologico e l’interruzione della distribuzione energetica”;

Una nave gasiera contiene dai 120.000 ai 140.000 metri cubi di GNL, che equivalgono a un volume di gas naturale compreso tra i 72 e gli 84 milioni di metri cubi: l’esplosione di una tale quantità di gas, pari a 4.166 volte la quantità di GPL che ha devastato la zona residenziale adiacente alla stazione ferroviaria di Viareggio, svilupperebbe una potenza più o meno pari a quella di 55 bombe atomiche!

Il livello di rischio assegnato dalle compagnie assicurative a un eventuale attacco al rigassificatore è quello di un’esplosione nucleare;

Nel mondo esistono pochissimi rigassificatori. Gli Stati Uniti, dopo l’11 settembre hanno rinunciato a questi impianti per motivi di sicurezza nazionale. La sola Italia prevede di farne costruire almeno 16. Perché così tanti?? La risposta è al punto successivo!

L’Autorità per l’energia, nella delibera n.178 del 2005 (in particolare all’art. 13 comma 2 della stessa), ha inserito, come si legge, un fattore di garanzia che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% dei ricavi di riferimento. In pratica garantisce alle aziende energetiche private l’80% dell’introito PRELEVANDOLO DI FATTO DALLE NOSTRE TASCHE anche se l’impianto di rigassificazione resta inattivo. Tutti i rigassificatori oggi esistenti lavorano a un regime compreso tra il 30% e il 60% della capacità. Potendo scegliere tra tanti Paesi, le aziende energetiche dove pensate che preferirebbero costruirlo, il loro bel rigassificatore?

E ancora, per ogni liquefattore (che produce GNL) esisteranno tre rigassificatori (che lo riconvertono in gas). Che significa questa sproporzione? Che molti impianti rimarranno fermi. MA CHE IMPORTA… TANTO PAGHIAMO NOI!

Il fabbisogno di gas dell’Italia nel 2010 sarà di 100 miliardi di metri cubi l’anno, oggi ne abbiamo già 95.5 miliardi, a cui vanno aggiunti 13 miliardi di metri cubi derivanti dal potenziamento dei gasdotti provenienti da Algeria, Tunisia e Russia, nonché 20 miliardi di metri cubi dai progetti in costruzione (Turchia e ancora Algeria). Calcolando la capacità dei rigassificatori da costruire, l’Italia produrrebbe ogni anno quasi 220 miliardi di metri cubi di gas a fronte di un fabbisogno che, nel 2015, potrebbe arrivare al massimo a 115 miliardi di metri cubi (senza considerare la recessione economica).

Corre voce che in cambio del proprio assenso all’impianto il Comune di Porto Recanati riceverà una compensazione di sei milioni di Euro. Cosa dovremmo compensare se davvero l’impianto è sicuro?

Avete mai sentito parlare della Convenzione di Aarhus (firmata nel 1998 ed in vigore dal 30 ottobre 2001) che prevede la partecipazione del pubblico ai processi decisionali in materia ambientale?? Eppure si tratta una direttiva recepita dal nostro Paese (con la “P” maiuscola) anche se, a quanto pare, non dal nostro paese e dal suo primo cittadino.



Gruppo Uniti per Porto Recanati

| Edit: 01/09/2009 | Stampa