Considerazioni sul Porto.

| di Alessandro Palestrini Inserito il 06/09/2012 | Stampa

pprendo attraverso la stampa locale che l'amministrazione avrebbe trovato il modo di costruire il porto. Il progetto è stato presentato nei locali del comune il 13 agosto attraverso una conferenza stampa. Si narra anche di lacrime di commozione, da parte degli amministratori, per aver raggiunto un traguardo tanto desiderato.
Di questa operazione, oltre che le lacrime, non condivido la logica che ha spinto gli amministratori a dare priorità ad un'opera tutt'altro che funzionale alle esigenze di Porto Recanati. L'amministrazione avrebbe potuto constatare che la città ha tante altre criticità sulle quali mettere mano.
Lo dico in maniera molto sincera, anche a chi può facilmente supporre che assumo questa posizione critica solo per l'invidia che il porto porterebbe forti consensi a questa giunta: non credo che il porto sia un'opera necessaria per questo paese e se fossi stato un amministratore avrei scelto di gestire la politica delle opere pubbliche in maniera totalmente opposta a quella utilizzata dalla giunta del Sindaco Ubaldi.
Sin dalla prima Giunta Fabbracci, si è dato molto, troppo valore alle opere di facciata e poco, o per niente a quelle relamente funzionali.

La città è cresciuta a dismisura a causa della facile politica speculativa del cemento, in voga nei primi anni 2000. La pochezza amministrativa degli ultimi 15 anni, ha favorito lo sfruttamento selvaggio del territorio senza però considerare le più evidenti conseguenze: servizi pubblici carenti o assenti, viabilità compromessa, erosione della costa e aumento del dissesto idrogeologico (si è costruito in riva al mare e a ridosso dei fiumi), rete fognaria non più sufficiente, aumento della criminalità a tutti i livelli.
Nel giro di pochi anni i cittadini di Porto Recanati sono passati da 9.000 a più di 12.000, ma le infrastrutture, i servizi e la mentalità amministrativa è rimasta quella di 20 anni fa.

Non ci sono asili nido, né scuole superiori. Il trasporto pubblico è assente perchè manca coordinamento tra i vari comuni e le istituzioni competenti, come per esempio le Ferrovie dello Stato.

Non esiste un piano della viabilità sostenibile che regoli la circolazione di auto ma soprattutto di bici e pedoni attraverso la costruzione di piste ciclabili. A proposito, il sindaco Ubaldi ha recentemente lasciato intendere che la morfologia del territorio portorecanatese mal si presta alla realizzazione di piste ciclabili, considerando le vie strette.
Se le vie sono strette perchè non studiare una soluzione che consentirebbe di pedonalizzare Corso Matteotti e tutto Viale Scarfiotti, con contestuale potenziamento del trasporto pubblico in grado di unire i quartieri periferici a quelli più centrali?
La questione dell'erosione costiera attende, ormai da anni, una risposta che non arriva mai, e giorno dopo giorno la situazione peggiora.

Queste sono solo alcune delle priorità della città. Ci sarebbe da parlare delle politiche sociali, culturali, dell'organizzazione e gestione della politica turistica e di quella commerciale. Il porto è un'opera che non risolverà nessuna di queste criticità.
Se fossi amministratore di questa città mi porrei una domanda semplice: qual'è l'opera più urgente per Porto Recanati? La risposta la troverei all'interno di assemblee pubbliche partecipate da cittadine e cittadini che ogni giorno vivono Porto Recanati e ne conoscono le reali potenzialità.
Non mi ostinerei a trovarla nell'egoismo amministrativo di un politico che crede di poter pensare a nome di tutti gli altri concittadini, preferendo l'apparenza alla sostanza.




Alessandro Palestrini

| Edit: 06/09/2012 | Stampa