Bottino Craxi.

| di: Emilio Pierini Inserito il 23/01/2010 | Stampa

quanto pare, la corsa al revisionismo storico pietosamente riabilitativo della figura di Bettino Craxi, sta interessando, in questi giorni, anche la nostra cittadina. Un importante esponente del Partito Socialista di Porto Recanati ha chiesto, con tanto di lettera aperta pubblicata nella bacheca del partito e ripresa dalla stampa locale, che il Sindaco Ubaldi provveda ad intitolare una via della nostra cittadina al noto “statista” e Presidente del Consiglio Italiano dal 1983 al 1987.
Chi scrive, non solo non capisce questa volontà di beatificazione del personaggio in questione, profusa dai media nazionali come pensiero unico, ma addirittura si arroga il diritto di criticare aspramente tale ipotetica scelta, giudicandola assolutamente inopportuna e diseducativa.
Ma, soprattutto per i più giovani, ritengo opportuno riassumere con un breve excursus storico il personaggio “Bettino Craxi”, soffermandomi sui reati commessi dal personaggio in questione, con la speranza di motivare ed argomentare la mia assoluta e totale contrarietà alla iniziativa proposta dall’esponente del locale Partito Socialista, avendo soprattutto la convinzione che il mio pensiero possa essere sposato da molti miei concittadini.

Bettino Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo ENI-SAI ed a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese. Altri processi furono estinti per “morte del reo”: quelli in cui aveva collezionato tre condanne in appello a 3 anni per la maxitangente Enimont, a 5 anni e 5 mesi per le tangenti Enel, a 5 anni e 9 mesi per il conto Protezione (bancarotta fraudolenta Banco Ambrosiano). Al momento della sua fuga in Tunisia, gravavano inoltre, su di lui, ulteriori tre rinvii a giudizio per la mega evasione fiscale sulle tangenti, per le mazzette della Milano-Serravalle e per la questione Cooperazione Terzo Mondo. I suoi adepti ed ammiratori ribadiscono ad ogni istante che “Bettino non rubava per sé ma per il partito e che conduceva una vita discreta, senza lussi ed eccessi”.

Ricordo allora a questi signori, che mi scuso se definisco illusi, che il Pool Mani Pulite all’epoca dell’esplosione di tangentopoli e delle successive indagini connesse ai procedimenti giudiziari, scoprì tra la Svizzera, il Liechtestein, i Caraibi e l’Estremo Oriente somme per 150 miliardi tutte riconducibili a Craxi e gestite da suoi prestanomi: Giallombardo, Tradati, Raggio, Larini. Inoltre il nome del nostro “eroe” era riconducibile a quattro conti esteri assolutamente personali (Ginevra – Valduz – Lugano) oggetto di bonifici illeciti. Aggiungo poi che, se possiamo ancora dire di vivere in uno stato di diritto dove ciò che un giudice stabilisce dopo i tre gradi di giudizio deve essere rispettato, non si può non ricordare l’estratto della sentenza del Processo All Iberian (confermata in Cassazione) che recita testualmente:
“Bettino Craxi è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del PSI. La gestione di tali conti non confluiva in quella amministrativa ordinaria del PSI, ma veniva trattata separatamente dall’imputato (Craxi appunto…) tramite i suoi fiduciari. Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti”
E sui conti sopra citati il buon Bettino riceve nel 1991/1992 la maxitangente da 21 miliardi versata dal gruppo Fininvest dopo l’approvazione della Legge Mammì (famosa come salva antenne Fininvest). Così come riceve almeno 35 miliardi di vecchie lire da aziende pubbliche come Ansaldo e Italimpianti e private come Calcestruzzi e Technit.
Insomma, Bettino Craxi rubava. Rubava e con i suoi (nostri) soldi alimentava un suo proprio stile di vita lussuosissimo, che prevedeva anche l’acquisto di beni (una casa e l’Hotel Ivanohe alla sua amante Anja Pieroni) ed il finanziamento mensile a Cine Tv, televisione della stessa Pieroni che Craxi finanziava con 100 milioni di lire mensili.

Questo vortice di denaro illecitamente accumulato aveva un costo per la società, ovviamente. Nel periodo del regno Craxiano, costruire un chilometro di metropolitana a Milano, causa sistema tangenti, costava quattro volte rispetto allo stesso chilometro costruito a Zurigo o Amburgo. Tutto denaro insomma che andava ad incrementare il debito pubblico, che, non dimentichiamolo, in quel periodo passò dal 70 al 92% del Pil iniziando quella salita che ancora non vede freni e che costa alle dissennate casse del nostro stato il pagamento di cospicui interessi sullo stesso debito.
Pur di riabilitare Craxi i suoi fan (Augusto Minzolini, Direttore del Tg 1 è uno dei suoi più grandi ammiratori) ci ricordano che in fondo in fondo, anche Helmuth Kohl, capo del governo tedesco per circa un ventennio, è stato protagonista di una vicenda giudiziaria (finanziamento illecito al suo partito, la CDU per un milione di euro) ma poi è stato riabilitato e comunque apprezzato dal popolo teutonico. Ma il paragone è assolutamente improponibile e non regge. Helmuth Kohl, beccato con le mani sulla marmellata, non è scappato in Tunisia.
Ha affrontato i processi, ha ammesso le sue colpe, ha chiesto scusa in lacrime in diretta Tv al popolo tedesco. Ma il popolo tedesco non dimentica, a differenza di quello italiano. E quando Angela Merkel recentemente ha festeggiato a Berlino il ventennale della caduta del muro di cui lo stesso Kohl era stato il principale protagonista, si è ben vista dall’invitarlo a tale cerimonia, il popolo tedesco ha apprezzato. Perché quel milione di euro di finanziamento illecito, sopra la Svizzera, non l’hanno proprio digerito.
Ora, se vogliamo dedicare una via a Porto Recanati a Bettino Craxi, non possiamo dimenticarci di quanto sopra esposto. Io penso che le vie vadano dedicate a coloro che si sono spesi con tutti se stessi per lo Stato e per le Istituzioni, lavorando in maniera onesta al vero servizio della nazione. Penso che una via vada dedicata a Giovanni Falcone o Paolo Borsellino. Penso che prima di metter mano alla toponomastica di Porto Recanati dedicando un vicolo, una piazzetta, o una arteria a Bettino Craxi bisogna rifletterci sopra cento volte. Perché il segnale che si manda è devastante.

Penso, e scusate l’ironia, che l’unica via che dalle nostre parti si possa dedicare a Craxi, sia ad esclusivo carico del Comune di Ancona: a Montacuto.

Emilio Pierini

| Edit: 15/01/2010 | Stampa