84- Sul Rinnovo dei Comitti di Quartiere.
di Giorgio PORRECA | pubblicato il 30/01/2008 | Stampa
Sono trascorsi tre anni dall'elezione ultima dei comitati di quartiere.
Con l'approssimarsi della scadenza penso sia utile riflettere sul loro funzionamento, partendo dai motivi per cui erano stati costituiti.
In verità le elezioni per il rinnovo avrebbero dovuto svolgersi il 27 gennaio, ma un "incidente di percorso" ne ha impedito lo svolgimento. Qual'è questo inconveniente?
Alla scadenza, se non erro il 21 gennaio, molto pochi Cittadini si sono auto candidati per il triennio 2008/2010. Talmente pochi che l'amministrazione comunale ne ha dovuto prendere atto ed ha deciso per il rinvio.
Ciò che è accaduto non può passare sotto silenzio nel senso che dovrebbe essere per tutti motivo di seria riflessione. Lo dovrebbe essere sopratutto per coloro che hanno creduto e continuano a credere nella partecipazione democratica dei Cittadini.

Nell'esercizio civico del controllo dell'attività amministrativa, della critica, della proposta.
Io credo che se i Cittadini si disaffezionano, perchè di questo si tratta, sarà importante comprenderne i motivi e "cambiare strada".
Da molto tempo i comitati di quartiere non hanno più assolto al loro compito primario che è quello di fungere da tramite tra il Cittadino residente e le istituzioni, nel nostro caso il Comune. Ciò per una ragione fondamentale: i quartieri nella loro attività hanno avuto poco ascolto ed i loro compiti sono stati sempre più travisati.
Molto spesso si sono limitati ad una attività ricreativa e festaiola che, pure importante, non figura tra gli scopi primari dei comitati.
Molto spesso è accaduto che i Cittadini si sono organizzati in forma autonoma "snobbando" il quartiere non ritenendolo idoneo allo scopo che ci si prefiggeva.
Toppo spesso è accaduto che l'Amministrazione Comunale non ha risposto alle segnalazioni alle proposte dei cittadini; in tante occasioni i comitati non hanno ottenuto risposte o interlocuzione.

Già nel 2004 vi fu un segnale di disaffezione, quando una sparuta minoranza di cittadini, si era recata al voto per rinnovare i comitati. Si pensi che nel mio quartiere, Montarice, soltanto poco più di ottanta residenti hanno espresso il proprio voto.
Queste molteplici ragioni hanno sempre più allontanato i cittadini dalla partecipazione, nella convinzione che tanto nulla sarebbe cambiato.
L'Amministrazione Comunale, lo dico senza spirito polemico ma con estrema sincerità, avrebbe dovuto credere di più nella partecipazione perchè essa arrichisce la vita civile, culturale e politica del paese.
Ma il dato è ben più vasto e riguarda tutti i soggetti politico-istituzionali che operano a Porto Recanati. Tutti senza eccezione alcuna.
Credo sa giunta l'ora di abbandonare atteggiamenti strumentali e talvolta ipocriti secondo i quali tutti straparlano di partecipazione e al dunque ne temono gli effetti.
Io che ci ho creduto e irriducibilmente continuo a crederci, penso che bisogna anzitutto porre un tetto percentuale minimo di votanti per convalidare il voto ( 20/30% degli aventi diritto) altrimenti ci troveremmo sempre di fronte al disconoscimento (come è avvenuto) da parte dei cittadini;in secondo luogo bisognerà agire sui compiti che hanno i comitati, precisandoli e stabilendo quali sono i temi o i settori verso i quali il parere del comitato di quartiere è d'obbligo;

terzo, i rapporti tra il comune e il comitato devono avere il crisma dell' ufficialità; e deve essere un rapporto scritto nella convinzione che lo scritto rimane come documento.
Penso che questi semplici, non complessi accorgimenti, potranno aiutare in futuro i quartieri ed i cittadini che vi si impegnano.


di Giorgio Porreca | pubblicato il 30/01/2008 | Stampa