80- A proposito del Risultato Elettorale del 13 e 14 Aprile 2008.
di Sergio GRILLI | pubblicato il 03/05/2008 | Stampa
Il dato del voto non valido, quasi completamente ignorato dall'analisi sull'esito elettorale del 13 14 aprile 2008, credo debba essere, per le ragioni che vedremo, materia per una riflessone molto seria. In un articolo pubblicato il 21 aprile dal quotidiano "la Stampa" di Torino, il costituzionalista Michele Ainis scrive che le schede bianche e le schede nulle sarebbero complessivamente 1.391.806.
Ainis ritiene che il Parlamento abbia una duplice funzione: rappresentare e decidere.
Vi sono Parlamenti che assolvono bene alla prima funzione, ma non sono capaci di decidere; ve ne sono altri che decidono senza rappresentare e quindi sono, per loro natura,tendenzialmente autoritari. E' questo, secondo l'autore dell'articolo il maggiore pericolo che oggi corre il nostro sistema democratico.

Per dimostrare la sua tesi, Ainis aggiunge alle schede bianche e nulle la percentuale degli "assenti" (l'1,9%), ed i 3.578.968 andati alle liste che non hanno superato lo sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato. Vi sarebbero quindi 15.546.289 Italiani non rappresentati da questo Parlamento. Per loro scelta o per "la tagliola" della nostra legge elettorale. Una cifra enorme: il 33% dell'elettorato, un Italiano su tre che non è di casa nelle Istituzioni.
Da queste cifre Ainis trae la conclusione che ci sia, nel nuovo Parlamento, un vizio di origine.
Che queste Camere siano destinate ad essere, per l'intera legislatura, uno "specchio deformante" della realtà nazionale. Non è facile capire le ragioni degli esclusi e degli assenti.
Forse si tratta di sfiducia nelle istituzioni e nella politica, forse sono indifferenti se non ostili al processo democratico, oppure tranquillamente rassegnati a lasciare che siano altri a decidere, anche per loro, il futuro della Nazione.
Ma se diverse potrebbero essere le cause, sicuramente abbiamo sotto gli occhi l'effetto, o uno degli effetti che hanno prodotto il progressivo "scivolamento a destra del nostro Paese".

Una deriva continua che anche da Sinistra non è stata mai guardata con la giusta attenzione. Forse sono preoccupazioni eccessive, ma i segnali che stanno arrivando sono preoccupanti. Gli ultimi parlano di un nuovo Parlamento composto da un centro destra già di suo ampiamente tinteggiato di nero, con al suo interno una forza xenofoba e razzista come la Lega, ed un centro, il Partito Democratico, alleato con il Partito "forcaiolo" di Di Pietro.
E la città simbolo della Resistenza, Roma Capitale, che per la prima volta nella storia repubblicana ha eletto un Sindaco fascista. Oggi con la fuori uscita della Sinistra dal Parlamento, viene a mancare "la sentinella" in grado di garantire il rispetto pieno delle regole democratiche.

Anche per questo "gli stati maggiori" dei quattro Partiti che hanno dato vita alla sinistra l'arcobaleno, dovrebbero guardare in faccia alla sconfitta elettorale e sfuggire alla tentazione di rifugiarsi nelle vecchie certezze e in "chiusure identitarie" che sortirebbero l'effetto di aggiungere catastrofe alla catastrofe.


Alla sinistra del PD c'è un’ampio spazio che aspetta di essere occupato, dice Giuseppe De Rita, sociologo Presidente del Censis. Ma se ognuno pretende di piantarci la propria bandierina, si impossesserebbe solo di una piccola parte, di una frazione di quello spazio senza nessun risultato utile. Chi intende farlo proprio, fosse anche uno soltanto, dovrà farlo con dignità. Altrimenti sarebbe una presenza di pura testimonianza.


Sergio Grilli
| pubblicato il 03/05/2008 | Stampa