66- Edilizia privata: quali i risultati?
di Alessandro PALESTRINI
Il tempo delle ipotesi e delle false promesse deve finire. Porto Recanati non può continuare ad essere deformato anche nelle sue parti più sensibili (Capannone Nervi, Area Degli Azioni, Area Archeologica).
Deve cessare di esistere la logica scellerata e dannosa che l’opera pubblica si fa se c’è l’opera privata. Seguendo questa legge siamo arrivati al punto in cui siamo oggi nella nostra città.
È un “sofisma urbanistico” che crea solo danni al territorio in nome di uno sviluppo incontrollato.
Quali risultati hanno portato gli accordi con i privati?
  • La nuova scuola elementare è ancora lontana dall’apertura in quanto il progetto è stato bloccato per vizi di natura giuridica e non per i “dispetti” che secondo l’amministrazione alcuni cittadini, offesi da alcuni esponenti “azzurri”, avrebbero voluto fare al paese.
  • La nuova sede ASL va verso una nuova proroga (la terza) per la consegna ai cittadini con tanto di lassismo dell’amministrazione che non ha fatto e non sta facendo niente per tutelarsi dai danni che il ritardo sta comportando ai portorecanatesi.
  • La caserma si è dimostrata uno specchietto per le allodole, nel senso che è servita solo per permettere la costruzione di centinaia di mc a ridosso della battigia e a fianco della foce del fiume Potenza (zona peraltro soggetta a rischio di inondazione). Si diceva: “Facciamo le case per poter costruire la caserma!”. Oggi sappiamo con certezza che le case ci sono ma la caserma purtroppo è sparita, sepolta!
  • Lo storico albergo che compare, scompare, poi riappare, ma alla fine vedrete che non si farà perché dicono che nessun imprenditore è stimolato a gestire un albergo. Peccato che in tutte le città costiere gli alberghi vanno per la maggiore.
  • L’area Archeologica è quella che più di ogni altra zona risentirà della campagna “Privato è bello”. La sua rilevanza culturale nazionale e la sua unicità eco-ambientale che la contraddistingue saranno violentate per effetto dell’accordo che l’amministrazione Fabbracci ha siglato con la proprietà che potrà costruire appartamenti a ridosso dei famosi laghetti. Perderemo così anche uno degli ultimi baluardi storico-culturali della città che sarà definitivamente profanato da ruspe e cemento armato.
  • La darsena, o meglio, il porto. Anche qui occorre fare chiarezza. Un conto è parlare di una darsena che credo servirebbe a ben poco dato che si tradurrebbe in alcuni posti barche di piccole dimensioni e che non sarebbe nemmeno troppo vantaggioso dal punto di vista economico, sia per il pubblico che per il privato, in quanto non si creerebbero i presupposti per l’avvio di un’attività economica in grado di sostenerne i costi. Altro discorso è il porto, il quale aprirebbe una serie di prospettive future ben diverse. Avere un porto significa creare un’attività economica non indifferente, non solo turistica ma anche commerciale (pesca e scambi commerciali in generale) e quindi occupazionale.
In questo caso si tratta evidentemente di progettare il futuro economico di Porto Recanati, per questo sarebbe apprezzabile, anzi obbligatorio, che qualsiasi decisione venga presa coinvolgendo non solo una società edile ma un insieme di operatori edili che dovranno presentare progetti ben precisi che l’amministrazione dovrà valutare considerando la convenienza economica e soprattutto l’impatto ambientale che si avrà in una zona tutelata dal vincolo per il Capannone Nervi. Infine non sarebbe fuori luogo ascoltare il parere dei cittadini prima di prendere qualsiasi decisione.
Potrei elencarne altri di danni provocati da questa politica superficiale, facile da attuare e senza troppi costi economici. Ma credo che i costi da considerare non siano solo quelli di tipo economico, esistono costi sociali, ambientali, culturali e umani che andrebbero annullati pur di sborsare qualche euro in più. Qualsiasi modifica del territorio è irreversibile, ciò significa che una volta trasformato è difficile tornare indietro e riparare i danni. Non si tratta di essere polemici ma solo di essere realistici.


Alessandro Palestrini - Consigliere Comunale Rifondazione Comunista