58 - Sulla darsena occorre cautela.
di Alessandro PALESTRINI
In merito alla discussione sulla darsena penso che sia giusto procedere con molta cautela, cercando di non tralasciare il minimo dettaglio. Dico questo non perché avverso alla progettazione di un porto, o di una darsena, ma perché si sta parlando di quello che definirei il “punto di ripartenza” per l’economia di Porto Recanati. Evidentemente, un nodo così delicato non può essere sciolto dando spago all’insensata euforia o a eccessi di entusiasmo.
Ho già detto il mio punto di vista sulla grande differenza che passa tra una darsena ed un porto. La prima è un’opera più contenuta che sarebbe adatta solo per un uso turistico, il secondo avrebbe di certo la capacità di favorire lo sviluppo turistico e di sostenere, parallelamente, la pesca e altri tipi di attività commerciali.
Quindi occorre innanzitutto scegliere quale opzione portare avanti, poiché ad essa sono legate opportunità diverse per il paese.

Occorre poi considerare la situazione attuale dell’area in termini di possibilità edificatorie, indici, proprietà e soprattutto il drammatico fenomeno dell’erosione costiera, che rende indispensabile uno studio approfondito per non incappare in errori clamorosi che rischierebbero di rendere inutile qualsiasi opera costruita in quell’area, o peggiorare la già pericolosa situazione costiera.
Soprattutto però, vorrei riflettere sulla situazione che si è venuta a creare con la proposta del vescovo Danzi, che alcuni definiscono sorprendente, ma che in realtà rispecchia lo spiccato senso degli affari del Vaticano.
Innanzitutto, ciò ha comportato una novità, una discontinuità anche politica sul modo di agire dell’amministrazione di fronte alla progettazione di un’opera pubblica. In parole povere, la proposta avanzata da Danzi ha aperto una vera e propria trattativa che altrimenti non ci sarebbe stata perché l’amministrazione aveva già dato per scontato l’affidamento dei lavori alla Zeus.
In un certo senso, l’annuncio del vescovo sta costringendo l’amministrazione ha fare i conti con due opzioni anziché con una soltanto.

A mio avviso, ogni qualvolta si è di fronte alla progettazione di un’opera pubblica è indispensabile poter scegliere tra più proposte, coinvolgendo diversi progettisti. Al contrario, affidarsi ai “consigli” di un solo privato rischia di danneggiare l’interesse pubblico a scapito di quello del costruttore, come spesso è successo a Porto Recanati, vedi la struttura della nuova scuola elementare per l’”allevamento intensivo” dei ragazzi, la caserma dei carabinieri che è diventato solo un annuncio propagandistico da far pubblicare sui giornali, l’orrore della zona archeologica che, se affidata alle “cure” di progettisti esperti e con una certa sensibilità storico-culturale, avrebbe dato un’opportunità diversa al recupero dell’area.
Confesso, perciò, il mio apprezzamento verso l’annuncio vescovile, ma non posso che pormi domande importanti. Perché la Santa Casa si è mossa così decisamente? Quali sono le contropartite che vuole per l’opera che si propone di costruire?

Penso che la Chiesa si sia mossa per rivendicare la proprietà di una porzione dell’area sulla quale dovrà realizzarsi il porto, ma siccome credo che la volontà imprenditoriale del Vaticano sia tutt’altro che una sorpresa, dico che bisogna fare molta attenzione sulle eventuali richieste della Santa Casa. Infatti anch’io, come molti, vorrei fosse garantito l’utilizzo esclusivo dell’opera per la città di Porto Recanati, senza che nessun altro avanzi pretese.
Giusto allora, l’atteggiamento del Sindaco che chiede di rimanere con i piedi per terra, ma aggiungo che prima che sia troppo tardi bisognerebbe coinvolgere i cittadini attraverso le loro rappresentanze, comitati di quartiere, associazioni, partiti e quant’altro, perché ciò di cui stiamo parlando oggi è il futuro della città. Sarebbe bene convocare una tavola rotonda attraverso la quale tutte le realtà cittadine possano intervenire, proponendo idee, punti di vista e ponendo le basi per un vero progetto che guardi con assoluta decisione al futuro.


Alessandro PALESTRINI - Consigliere comunale