44 - Ritratto di donna.
di Cinzia Di Bona | pubblicato ... | Stampa
Convivo con un carcinoma mammario daI 1995. Sono stata operata quattro volte (prirno intervento e tre recidive) e da due anni circa ho delle compagne di vita molto singolari, due metastasi epatiche, che mi permettono, comunque, di vivere egregiamente, salvo il fatto che ho bisogno ogni tanto di correggere la cura e di fare un pò di chemioterapia.
Dunque, potrei affermare che il prima e il dopo sono per me onnipresenti ed inscindibili! Però, la mia vita mi piace ed anche molto, anzi moltissimo...

Dedico queste brevi righe alle tre donne più importanti della mia vita, mia figlia, mia sorella e la mia grandissima mamma, che amo tutte di un amore smisurato e poi abbraccio forte, forte tutte le meravigliose donne che, come me, offrono, ogni giorno, un grande tributo alla vità. Grazie anche a voi di esserci.
Ho letto negli occhi delle donne che ho incontrato, sedute accanto a me, viaggiatrici inattese e stupefatte, una lucida dignità; ho scorto nelle loro labbra socchiuse il senso di questo comune cammino, di questo nostro andare, con pause e ritorni, intervalli e fermate. Ed ognuna di loro mi è stata “sorella”, magari per un fuggevole attimo, attraverso uno sguardo, come di chi conosce, per esperienza provata, l’immenso valore della sofferenza.
Ho pianto pensando al loro dolore, orgogliosa di condividerlo e di prenderne parte, sicura della “salvezza”, certa, pur fra mille perplessità della specialità di questo nostro destino pieno di grandi esperienze, sorretto da una fede sicura e rasserenante. racchiusa in un “noi” che, lungi dallo spaventare, ci distingue e ci rende migliori.
Ho amato tutti quei volti sconosciuti eppure vicini, ho stretto mani ed abbracciato, mentre il mondo degli “altri” trascorreva accanto a noi.

Ho visto alcune fermarsi, scendere e volare via, ed è stato schianto, indicibile sofferenza. Mi sono sentita quasi tradita dal loro abbandono, come se avessero voluto desistere e dimenticare, lasciarmi sola ad accettare la misteriosa legge del dolore.

Ho riso con loro, con gli occhi e con il cuore; ho appreso brandelli di storie, mostrato foto dei miei bambini, scambiato indirizzi e numeri di telefono. Ho ascoltato, ho sorretto. ho temuto e mi sono appoggiata, tenendo per mano la speranza e la voglia di guarire.
In questo tempo, ogni abbraccio ed ogni stretta di mano ha suggellato momenti di vita, ha impreziosito ricordi ed attimi gelosamente custoditi, ha lenito il dolore, spento per un pò la paura, così prepotentemente presente a volte. E alla preghiera, custode dei miei più segreti pensieri e fedele compagna dei miei passi incerti, ho affidato le nostre vite e tutti i progetti cullati e riposti nel fondo dei cuore, implorando forza e capacità di accettare, dominio e passione.

Anche oggi, che il mio viaggio continua, con inciampi ed insignificanti ritorni, l’emozione di ogni nuovo incontro lava la mia anima, lenisce le mie ferite, dure a cicatrizzare, alimenta la mia fede e sorregge la mia speranza. Anche oggi, in cui molto ho appreso ma ancora tanto ho da imparare, ogni nuovo sguardo che si posa sul mio mi concede forza, mi trasmette dignità, la certezza di un “noi” che non si spegne e, al contrario, grida la sua forza, regalandomi il senso, inconfondibile della nostra speciale unicità.

Cynthia di Bona

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