Ripartire si può.

| di Alessandro Palestrini coordinatore S.E.L.| Inserito il 05/11/2011 | Stampa
I presupposti ci sono tutti: una giunta in profonda crisi politica ed esistenziale, un paese che ha bisogno di risposte urgenti e un'alternativa politica che finalmente si intravede all'orizzonte.
Il comunicato del Segretario PD Brandoni con il quale proponeva alle forze di opposizione di serrare i ranghi e dichiarava l'intenzione di far partire un giro di consultazioni ne è la testimonianza.
Ritengo che la politica del clientelismo non paghi, come pure il berlusconismo impregnato di interessi personali che finiscono inevitabilmente per sgretolare l'azione amministrativa non appena l'interesse di uno diviene incompatibile con quello dell'altro.

Ciò da cui dobbiamo ripartire non è l'interesse personale ma quello reale della collettività, della comunità che va ricostruita, perchè ormai smarrita da anni di politiche individualiste.
In questo modo potremmo creare i presupposti per una futura alleanza che però, deve necessariamente ancorarsi a punti programmatici ben precisi condivisi da tutte le realtà politiche e sociali che intendono lavorare insieme.
Inoltre, ripartire dall'opposizione, ci consentirà di essere un importante supporto per il gruppo consiliare che ci rappresenta a livello istituzionale.
Per anni si sono valutate possibili alleanze partendo dalle bandiere dei partiti, oggi la sfida è quella di partire dai contenuti: salvaguardia del territorio e dell'ambiente, potenziamento dei servizi pubblici, individuazione di nuove strategie per l’innovazione dell'offerta turistica ma prima di ogni altra cosa legalità e partecipazione democratica.

Creare nuove regole dove non ci sono e farle rispettare dove esistono già. Tutela del territorio significa non ammettere e perseguire gli abusi edilizi, tutela del patrimonio comunale significa non ammettere e perseguire l'evasione fiscale.
Prendersi cura delle piazze, delle vie e delle zone periferiche della città e renderle fruibili ai cittadini significa toglierle dalla mano invisibile (neanche tanto) della criminalità che ormai ha assunto forme preoccupanti anche in zone centrali della città.
Sono convinto che il potenziamento della partecipazione democratica sia una possibile via per ottenere importanti risultati nella riqualificazione del territorio.

I comitati di quartiere sono istituti democratici molto importanti perchè stimolano il radicamento e l'attivismo sociale, promuovono e sviluppano quel senso di comunità che la società ha perso da molti anni. Potenziare e facilitare l'attività dei comitati di quartiere significa consentire loro e quindi ai cittadini, di fruire e curare i luoghi e gli spazi della loro vita quotidiana.
Trovo assolutamente fallimentare la gestione dei comitati di quartiere da parte della giunta Ubaldi.
L'incapacità di organizzare regolari elezioni dei comitati è sintomatico di come la democrazia non sia un valore importante per il centro destra locale.


di Alessandro Palestrini coordinatore S.E.L.| Edit: 05/11/2011 | Stampa