Riflessioni.

di David Pierini - Inserito il 28 giugno 2010

1 Rifiutare Dio...non volerlo neppure conoscere, vivere fingendo che non esista chiudendo gli occhi per non vedere che è la più pura espressione dell'amore, chiudere il cuore per non amarlo e non lasciarsi amare...è la più feroce e gratuita delle cattiverie. La dichiarazione d'indipendenza che un'anima fa nei confronti del proprio creatore è un ammutinamento contro il proprio bene che la conduce, senza più timone e con le vele rigonfie del vento del proprio orgoglio...alla deriva.
2 C’è un episodio nella vita dei padri del deserto che ci fa capire quale sia la condizione necessaria per trovare Dio. Un discepolo andò, un giorno dal suo maestro e gli disse: “Maestro, voglio trovare Dio”. Il maestro sorrise. E siccome faceva molto caldo, invitò il giovane ad accompagnarlo a fare un bagno nel fiume.
Il giovane si tuffò e il maestro fece altrettanto. Poi lo raggiunse e lo agguantò, tenendogli a viva forza e con grande energia la testa sott’acqua. Il giovane si dibattè alcuni istanti, finché il maestro lo lasciò tornare a galla. Quindi gli chiese che cosa avesse desiderato di più mentre si trovava sott’acqua.
. “L’aria” rispose il discepolo. “Desideri Dio allo stesso modo? – gli domandò il maestro – Se lo desideri così, non mancherai di trovarlo. Ma se non hai in te questa sete ardente, a nulla ti gioveranno i tuoi sforzi e i tuoi libri. Non potrai trovare Dio, se non lo desideri come l’aria per respirare”. ..

3 Io credo che fra i cristiani di oggi forse solo uno su mille desidera Dio come l’aria per respirare…solo uno su mille realmente lo trova. Non sevono a nulla preghiere, letture, digiuni se nel cuore non si sente l'esigenza vitale di Dio...quell’esigenza che il nostro mondo cerca di colmare con mille idoli ma che ognuno di noi in cuor suo può ravvivare con quattro elementari considerazioni. .
.
4 La condizione necessaria per trovare Dio è avere di Lui un’esigenza vitale…allora ci rendiamo conto che sono avvantaggiati e sono nella condizione ideale per trovarlo proprio coloro che vivono nel peccato. Questo fa esclamare a sant’Agostino…"beata colpa". Dico questo perché chi vive il disagio di essere apparentemente lontano da Dio…in verità è più vicino di quanti credono di averlo attraverso una regolare vita religiosa.

5 Quanto poco oggi i cristiani desiderino l’incontro con Dio lo vediamo quando si parla della fine del mondo e del ritorno di Gesù nella gloria…vediamo quanti fanno gli scongiuri per quanto stiano tutto il giorno a dire “Signore, Signore”. Da questo si vede che amano più il mondo che Dio e che la loro vita tutto sommato è buona così com’è…e per stare tranquilli tengono un piede ben saldo in questo frammento di chiesa che sta andando in frantumi. 6 Chi vive profondamente la propria spiritualità non può non sentire un’esigenza viscerale di liberazione. Nell’ultima chiamata prima della fine del mondo vediamo che le vergini savie vanno incontro allo sposo con le lampade ardenti dal desiderio di incontrarlo e proprio per questo lo vedono arrivare. Non hanno paura di aprire gli occhi sul male che opera nel mondo per vedere i segni dei tempi e scoprire che il ritorno del Signore è vicino...mentre le vergini stolte, che amano questo mondo sopra ogni cosa, chiudono gli occhi sul male, non vedono i segni dei tempi, non vedono il Signore arrivare.

7 La liberazione portata da Gesù è interiore, spirituale ma è anche carnale...perché per quanto Satana ci possa tentare il peccato ormai non uccide più i suoi discepoli dal momento che tutti i peccati saranno perdonati grazie al suo sacrificio sulla croce. Il nostro grande nemico, l'idolo del nostro tempo, il vitello d'oro dei nostri giorni, colui che ci toglie lo sguardo dal cielo per piantarcelo fisso a terra, lo sterminatore di cristiani, colui che sazia il corpo e avvia l'anima verso l'inferno e fa di questa valle di lacrime un paradiso a misura d'uomo...è il benessere.

8 Il benessere è un cancro che attaca la carne coi suoi piaceri, poi sale al cuore che pian piano cede alla sue lusinghe ed infine arpiona l'anima nell'attimo in cui conquista l'adesione piena della nostra volontà.
Oggi le chiese cristiane a cominciare da quella cattolica sono cimiteri di anime morte alla grazia di Dio perché tutti indistintamente dal Papa fino all'ultimo dei fedeli amano il benessere e ne abusano in maniera vergognosa. Questa depravazione porta a vivere un cristianesimo senza croce in cui la sofferenza che è stata la chiave della nostra salvezza viene riposta in soffitta e fa in modo che ci si adagi nell'illusione che Dio ci voglia felici e sazi fin da ora...nulla di più ingannevole.

9 Io sono portato a guardare con occhio misericordioso chi è sottomesso al potere della carne...masturbazione, fornicazione, omosessualità. Sono tutti schiavi dello stesso padrone..."la carne"...palude in cui sfocia la degenerazione del cuore. Per giudicare questi peccati e questi peccatori dovremmo immaginare come ci si senta fra l’incudine della propria fragilità e il martello della legge di Dio. Caterina da Siena per bocca del dio che gli appariva diceva che gli spiriti quando vedono certi peccati si voltano perché nauseati…invece Lutero diceva che si commuovono ed hanno compassione.
Io sono per Lutero e guardo con comprensione chi vive la propria condizione, condizione nella quale è stato catapultato dalla perversione di questo mondo...senza ostentarla.

10 L'omosessualità è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, dunque è un peccato grave...a causa di questo peccato Sodoma e Gomorra sono state distrutte. Il catechismo della chiesa cattolica al 2352 a proposito della masturbazione dice queste parole che io credo si possano estendere anche per l’omosessualità e per tutti i peccati della carne...parole di grande carità su cui tutti noi possiamo confidare.
“Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale”.

11 Io credo che Dio nel vecchio testamento sia stato tanto intransigente con certi peccati perché non conosceva la fragilità della carne e la capacità di perversione del cuore umano…dopo l’incarnazione di Gesù avendolo constatato di persona credo si sia pentito di aver usato certi toni. Anche Dio ha avuto un suo cammino da fare verso la conoscenza dell'uomo come l'uomo verso la conoscenza di Dio, un comune cammino di maturazione fino all'incontro in Gesù Cristo...che è venuto a completare la legge con il perdono di tutti i peccati.

12 Se un tempo servivano opere buone per meritare la salvezza io credo che oggi con questa depravazione dilagante, circondati da ogni parte dalle tentazioni e dai nemici...come per il buon ladrone sulla croce basti il desiderio. Certe inclinazioni sono talmente radicate nell’anima da non poterle vincere se non in punto di morte.
Invito tutti coloro che combattono contro questi peccati a non arrendersi e non pensare che la spunteranno prima dell’ultimo respiro…e come il buon ladrone mi auguro che abbiano la luce per vedere che erano, sono e resteranno sempre un male…un male che uccide solo le anime di coloro che non si sottomettono alla verità. 13 L'eucaristia io credo sia la forma più bassa di spiritualità cristiana in cui Dio si cala nella precarietà della condizione umana...una spiritualità carnale in cui il fedele ha bisogno di sentire viva e concreta la sua presenza. Invece noi siamo chiamati ad amare Dio in spirito e verità...a credere senza vedere, a sentire senza toccare, ad andare oltre questa concupiscenza.

14 Coloro che sono stati esclusi dalla comunione dei credenti perché vivono nel peccato si consolino e sappiano che Dio li chiama ad una maggiore intimità con sè. Dio per i giorni della fine ha disposto che cessasse il sacrificio quotidiano, la sua presenza nell'ostia... anche per punire la depravazione di coloro che dopo duemila anni di cammino vogliono ancora possederlo solo carnalmente rifiutando la massima intimità con Lui della comunione in spirito. Per avere Dio nel cuore e godere della pienezza del suo amore non serve possedere qualche frammento di materia...basta alzare gli occhi al cielo con la piena coscienza del proprio peccato...e lasciarsi invadere.

15 Non mi turbo quando qualcuno si accorge che sono un depravato perché posso fare mie le parole di san Francesco che diceva…”se Cristo non mi sostenesse farei figli con le prostitute"...e di san Paolo che si considerava “un aborto”. Purtroppo la verità è questa... io sono quello che sono, non lo nego e non lo nascondo. Posso dire che ho conosciuto intimamente il male...e che paradossalmente lo devo ringraziare per avermi spinto a cercare l'unico vero bene...Dio.

16 L'abate Pierre prima di morire ha confessato le sue debolezze, le sue miserie, i suoi peccati...mi inchino davanti a questo testimone di Cristo che ha saputo amare e seguire la verità fino in fondo. Io credo che molti santi abbiano nascosto le proprie infamie per apparire perfetti davanti agli uomini facendosi così figli della menzogna...per questa ragione temo che nel giorno del giudizio li vedremo scendere dal calendario per andare al supplizio eterno.

17 Tutta la vita di Gesù è un invito ad un tenore di vita improntato allo stretto necessario, questa è la sequela fedele a Gesù, questa è la penitenza...rapiti dallo slancio gioioso verso il regno di Dio non si ha più cura delle cose di questo mondo e ci si sente a disagio vicino alle ricchezze ed al benessere come si sentiva san Francesco e tanti altri. La penitenza non è un atto punitivo per piacere a Dio ma la conseguenza della gioia interiore dell'incontro con Gesù.

18 Noi cattolici abbiamo rivestito il Papa di un "dogma d'infallibilità, di sacralità, di divinità" del tutto fuori luogo...come se il Papa non potesse mai sbagliare quasi non fosse più un uomo come noi ma un puro riflesso del pensiero di Dio. Se solo pensiamo a quante volte Gesù durante la sua vita terrena avrà ripreso Pietro dicendogli "tu parli per bocca di Satana"...parole di fuoco per quello che fu il primo Papa, per colui che viveva giorno e notte accanto al Dio incarnato ci rendiamo conto che i nostri Papi, lontani anni luce da quell'intimità con Gesù che aveva Pietro, da quel rigore di vita evangelico che aveva Pietro...chissà quante volte avranno parlato per bocca del nemico.

19 La chiesa è più preoccupata di aderire fedelmente alla legge che di usare la carità…proprio come i farisei che il giorno di sabato non avrebbero salvato un bue caduto in un fosso. Quanto più vale la vita umana… e se per salvarla occorre un preservativo lasciamo che sia quello che la pietà verso tanti poveri disgraziati che vivono sotto il calcagno della tentazione sensuale…impone. Lo spirito soffia dove vuole e di questi tempi sempre più spesso contro le mura del Vaticano.

20 Chi vive nel peccato e si sente fuori dal recinto della chiesa cattolica sappia che questo fatto non ha rilevanza agli occhi di Dio. Davanti a Lui ciascuno di noi è un'anima che sente il peso del proprio peccato e la necessità di accostarsi al solo che può sanarla.

21 Il cammino del cristiano è un cammino di spogliamento da tuti gli affetti e da tutti gli averi fino a comparire nudo al cospetto di Dio. Questo spogliamento può essere istantaneo come nel caso di Giobbe che in un solo giorno venne spogliato di tutto ciò che aveva e ciò nonostante benedisse il Signore...o di san Francesco che si spogliò gradualmente e volontariamente. Se nella vita ci capita di perdere qualcosa di importante sappiate che è necessario e che il Signore ci conduce per quella via.
Sappiate che se anche ci trovassimo soli al mondo senza avere neppure uno straccio per coprirci e fossimo ridotti a cibarci di spazzatura...sappiate che è una grande grazia se comprendiamo che per amore ci è stato riservato il destino che meritiamo.

22 Ogni volta che un sacerdote spoglia la Parola di Dio del suo più autentico significato per renderla meno ostile alla coscienza dell'uomo commette un peccato imperdonabile. Quando rassicura invece di dare l'allarme, quando inneggia alla vita come se la morte non ci braccasse, quando allontana lo spettro dell'apocalisse.
Oggi i sacerdoti avvolti nelle tenebre del loro vivere mondano...con i cuori sazi, le menti offuscate, le anime impregnate dal miele del sentimentalismo religioso tendono ad essere "misericordiosi" ogni volta che si deve puntare l'indice. Tutti oggi sono colpevoli di questo gravissimo peccato e meritevoli dell'inferno...perché adulterando la verità trascinano il loro gregge verso il precipizio.

23 Io credo che sia venuto il momento di ammainare gli striscioni del “santo subito” ed animati dalla più viva carità cristiana sperare che Giovanni Paolo secondo sia riuscito ad evitare l’inferno. Questo non in base a ciò che io penso ma alle parole cariche di responsabilità che disse Gesù…”A chi molto è stato dato molto sarà richiesto ma a chi molto è stato affidato molto di più sarà richiesto”.
Di tutto il marcio che si poteva vedere nella chiesa non ha visto quasi nulla…ma io sono convinto che la sua cecità sia stata in buona fede. Un Papa come ogni altro sacerdote sarà giudicato in base al fatto se sia stato “sale della terra” oppure no. Giovanni Paolo è stato il Papa più simpatico e mediatico, è stato il Papa che maggiomente è entrato nei nostri cuori…ma nei nostri cuori ha portato tanto miele…ma poco sale.

24 Giovanni Paolo secondo è stato un Papa che è piaciuto a tutti, il mondo lo amava, anche i lontani o gli avversari e questo è un pessimo segno che si scontra con le parole di Gesù…”guai a voi quando tutti diranno bene di voi”. Giovanni Paolo è passato nella nostra epoca senza lasciare tracce evangeliche significative, non ha graffiato, non ha infastidito, non si è esposto più di tanto, ha avuto rispetto dei predoni di questo mondo, raramente ha puntato il dito, anche lui amava essere osannato. Quando sarà che vedremo un Papa infastidito dagli applausi, dalle lodi e dagli onori, un Papa che bada alla qualità e non alla quantità e che dica alle folle osannanti…il vangelo è questo, chi non lo accoglie può andarsene.

31 A San Filippo Neri un giorno apparve la Madonna. Non appena la vide le sputò in faccia e la Madonna si trasformò nel Maligno che a quel punto chiese: Come mi hai riconosciuto? E San Filippo Neri rispose: Tu pensi che la Madonna possa apparire a un peccatore come me?
Quanta sapienza in questo episodio…quanto oggi non se ne tiene conto…se i nostri veggenti si sentissero un po’ peccatori come si sentiva san Filippo Neri che era un santo…quante madonne e quanti cristi andrebbero in pensione lasciando una vampata di zolfo. Sputiamo in faccia alla madonna di Medjugorie, al gesù di suor Faustina, a tutti gli altri falsi cristi delle apparizioni e delle locuzioni interiori per liberarci da queste illusioni e smettere di tradire il Signore con delle sue pessime imitazioni.

32 Il "MARIANESIMO"...il culto mariano del nostro tempo è l'anima dell'impostura religiosa dei giorni della fine, è l'abominio della desolazione posto nel luogo santo, è l'eresia più devastante della storia tanto che la statua della madonna è divenuta l'idolo che viene adorato al posto di Dio. Il marianesimo si oppone al cristianesimo...ne corrode i principi, ne scolora la vivacità, ne svilisce il messaggio fino a renderlo innocuo. Negli ultimi anni, grazie alle numerose apparizioni, il marianesimo si è diffuso in maniera dilagante...e strisciando è entrato nel cuore della chiesa.

33 Se oggi l'uomo "non crede" non è tanto perché non voglia aderire alla verità quanto perché i testimoni di questa verità sono copie sbiadite. La responsabilità degli increduli del nostro tempo è limitatissima. Noi cattolici dovremo piangere lacrime amare per il fatto di essere diventati talmente trasparenti da non essere più visibili...lampade fioche, sale senza sapore. Se coloro che si ritengono i depositari della verità cercassero di assomigliare a san Francesco che assomigliava al Signore, se cercassero la povertà che stupisce e fa innamorare anziché scrivere libri e predicare...ora non saremmo giunti al collasso della fede.

35 Non temano i bestemmiatori di avvicinarsi a Dio poiché tutte le bestemmie saranno perdonate. Sappiano che nel loro grido cieco esasperato dal vivere un inferno quotidiano...nel loro grido che sale verso il cielo carico di furore e rifiuto di lasciarsi amare...c'è l'anima della preghiera più brutale.

38 Dio non è per l'accoglienza indiscriminata, per la confusione, per il caos...Dio vuole che ciascun popolo viva nella sua terra, vuole che viva dello stretto necessario e vuole che tutto ciò che è d'avanzo venga dato ai poveri. La comunione di tutti i popoli è una benedizione soltanto se avviene sotto la legge di Gesù Cristo...ogni altra aggregazione è maledetta. Questa è la risposta del vangelo, questa è l'anticamera del paradiso. Ogni forma di accoglienza figlia di quell'odioso buonismo tanto caro ai cristiani di oggi...servi, schiavi e amanti dell'idolo del benessere mirata più che altro a far tacere le coscienze...è in abominio a Dio.

41 Non dobbiamo tanto piangere per i poveri, neppure per quelli che si cibano di spazzatura perché la loro eredità sarà grande e Gesù li chiama beati fin da ora...quanto per noi e per i nostri figli che viviamo immersi nella spazzatura morale che è molto peggiore. Gesù non si è dato troppo da fare per sfamare i poveri ma si è dannato l’anima per indicarci la via della nostra liberazione interiore…la sola che conta. Santa Teresa d'Avila nei giorni di grande carestia consolava le sue consorelle dicendo "se Dio vuole che moriamo di fame a noi che ce ne importa".
Chi segue fedelmente Gesù sa che il flagello della fame è venuto in eredità ad un quarto dell’umanità come castigo per il peccato…e per quanto ci si ingegni non la si può sconfiggere…chi segue fedelmente Gesù deve saper comunicare a tutti la capacità di accogliere qualsiasi destino ci sia stato riservato.

42 Quando Dio vuole mandare una famiglia in rovina in genere la fa arricchire. Nel giro di pochi anni la ricchezza opera nell'anima dei malcapitati mutamenti profondi e decisivi. Se coloro che hanno vissuto il cambiamento possono reggere l'urto per aver respirato in precedenza l'aria sana della povertà ed avere tempo per rinnegare il superfluo con cui hanno insudiciato le loro anime...la loro discendenza è condannata ad annaspare nelle tenebre, a camminare nel fango fino a sprofondare e maledirli nel giorno del giudizio.

43 C'è qualcosa di più sconvolgente della pedofilia...l'atteggiamento tenuto dalla chiesa negli episodi di pedofilia. Chi la pratica è una bestia schiava di Satana ma chi la copre di Satana si fa incarnazione e getta nella chiesa, deputata ad essere sede della luce...le tenebre più nere. Questo non è un peccato ma uno scandalo e sappiamo a chi dà scandalo Gesù cosa consiglia...di legarsi al collo una pietra da macina e gettarsi nel mare. Quindi per chi si rende colpevole di questo obbrobrio Gesù sembra indicarci...la pena di morte.

47 Da sempre cammino con lo spettro del suicidio al fianco ed ogni volta che un uomo si toglie la vita il mio pensiero va a Giuda che ha avuto la ragione più grande per farlo...avendo tradito Gesù, l'Innocente. Eppure se avesse resistito per qualche ora, se non avesse disperato del suo perdono avrebbe visto la sua risurrezione e sarebbe stato liberato da quel peso insopportabile. Quando siamo tentati di farla finita per aver tradito e deluso oltremisura, noi che ci siamo ritagliati giorno dopo giorno il ruolo più tremendo e come nostro fratello Giuda non vediamo via d'uscita dobbiamo resistere in attesa che risorga la speranza...perché sempre risorge, anche per la nostra salvezza.

48 Io sono un povero in spirito e vedo le cose con gli occhi dei poveri. Nelle immagini della spazzatura di Napoli dove tutti vedono vergogna e infamia...in quei cumuli di spazzatura io vedo la mano della divina provvidenza tesa verso gli affamati della terra. Invito Benedetto XVI ed il suo seguito ad andare a pranzo in uno di quei ristoranti qualche volta per nutrirsi alla mensa del vangelo e far sentire ai poveri che quel pallidissimo riflesso di Dio che è diventato il Papa...è ancora in mezzo a loro.

49 Se ti abbandoni al pianto per la morte di un tuo caro sprofondi nel sepolcro di un dolore inconsolabile. Se invece sollevi lo sguardo la fede ti trasporta accanto a lui, laddove è già il tuo cuore. E gli giungono i tuoi pensieri, le parole che non gli hai potuto dire, l'amore che non gli hai saputo dare...e il dolore svanisce miracolosamente al cospetto della verità.

50 La fede è credere che nulla sia andato perduto quando tutto sembra perduto...anche quando la morte ha calato il suo spettro non dobbiamo disperare. Il male è più forte di noi e ci travolge ma non è più forte di Dio e di chi desidera... nonostante tutta la sua miseria, la sua fragilità, la sua cattiveria...appartenergli.

51Se amassimo i nostri cari che ci hanno lasciato in spirito e verità, aboliremmo i cimiteri, orrori in cui fermenta il dolore della carne...vedremmo che la vita non viene tolta ma trasformata e troveremmo pace...e speranza di gioia.

52 Abramo, quando l'angelo della morte venne per impadronirsi della sua anima disse a Dio "hai mai visto un amico desiderare la morte dell'amico"...e il Signore gli rispose "e tu hai mai visto l'amante rifiutare l'incontro con l'amato".
Quanto sollievo ci viene da questo breve aneddoto, quanto dovremmo tenerne conto ogni volta che la morte bussa alla nostra porta per esorcizzare la paura. Quando giungeremo alla maturità dell'amore desidereremo la morte con tutto il nostro cuore perchè la morte altro non sarà che l'incontro con l'amato.

David Pierini
http://parole-difuoco.blogspot.com

Stampa questo intervento