Volevo solo una ricetta.

di Emilio Pierini - Inserito il 28 aprile 2008

Nei giorni scorsi, per la prima volta, a causa di piccoli problemi di salute, mi sono dovuto recare dal mio medico curante per il rilascio di un certificato medico. E’ stata l’occasione per prendere finalmente visione, del nuovo stabile dove tutti i medici di base prestano ora la loro professione, stabile, come noto, situato nel nuovo quartiere del Borgo Marinaro nella nostra cittadina.
Il primo impatto avuto nella visione della sala d’attesa è stato per me devastante. A capire come funzionavano le cose c’era da diventare pazzi. Una cinquantina di pazienti erano seduti in una promiscuità che generava un fisiologico caos. Il nervosismo delle persone che aspettavano da ore il loro turno non facilitava le cose. Pretendere da loro spiegazioni su come il servizio funzionasse mi sembrava azzardato. Ho girovagato nella sala d’attesa per tentare di capire. Quanti sono in fila dal mio dottore?  Quando verrà il mio turno?  Debbo telefonare a casa ed avvertire che farò notte fonda oppure me la sbrigherò in tempi ragionevoli?  Domande logiche alle quali, nella mia situazione, non si potevano dare risposte evasive. Confesso: sono stato colto da profondo scoramento. Ho rinunciato alla mia missione e me ne sono uscito.
Ed allora mi affido al mezzo epistolare ed a questo sito internet per porre ai signori medici convenzionati una serie di domande, estendendo le stesse all’assessore competente per il Comune di Porto Recanati in materia.

Ho avuto modo di vedere come il servizio medico viene espletato in altre realtà poco distanti dalla nostra cittadina.  In strutture simili alla nostra, all’inizio trovi un desk dove generalmente una infermiera o una segretaria prestano servizio. A loro viene devoluto tutta la parte di compilazione delle ricette di routine. Si arriva, si compila una richiesta su un foglietto con il medicinale che il tuo medico ti deve prescrivere, si và a fare la spesa, si ripassa dopo un’ora e si ritira la ricetta che nel frattempo la segretaria (o infermiera) ha provveduto a compilare ed a far firmare dal medico competente. In queste realtà le sale d’attesa sono sempre vuote perché generalmente i medici curanti ricevono per appuntamento e si lasciano due mezze giornate alla settimana per i casi più urgenti.
Le sale d’attesa vuote sono sinonimo di organizzazione e di funzionalità. Le sale d’attesa piene per ore di pazienti settantenni rendono perfettamente l’idea di come le cose non funzionino. Per non parlare poi del rischio che si corre a trascorrere un paio d’ore di una stagione ad alta densità di virus influenzali in questi posti, considerata soprattutto l’alta concentrazione di persone in attesa e la promiscuità delle stesse.

Come funzionano le cose da noi è da paese africano. E’ una cosa assurda che nel 2008 non può essere accettata. E’ una palese mancanza di rispetto verso la cittadinanza.
Ora, che i 7/8 medici convenzionati che prestano servizio nella struttura situata al Borgo Marinaro non possano permettersi una segretaria/infermiera (meglio infermiera visto che potrebbe anche intervenire in caso di medicazioni o iniezioni da praticare) a cui far firmare un contratto da 6 ore al giorno, mi sembra francamente assurdo.

Non funziona così nei posti civili. Non può funzionare così. Non siamo bestiame da parcheggiare. Ci vuole più rispetto per tutti, per i più anziani, per le donne in stato di gravidanza, per chi si trova in una condizione di salute che non gli permette di passare una mezza giornata in quella assurda sala d’attesa solo per farsi fare la prescrizione del solito medicinale.
E’ un grido d’allarme che lancio alla popolazione della nostra cittadina. Spero qualcuno lo colga.

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