85- Castennueso ingovernato.
di Mirco CAPPELLA | pubblicato il 20/06/2008 | Stampa
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo di giornale che mi ha lasciato perplesso. Riportava l'opinione di alcuni Presidenti di Comitati di quartiere secondo i quali le squadre non aventi un comitato di quartiere rinnovato non hanno irequisiti, o meglio, le motivazioni per partecipare alla corsa del Palio Storico di San Giovanni. Pertanto, fino a quando non si ricostituiscono le mancanti rappresentanze, i quartieri che hanno già provveduto a rinnovare i propri Comitati si asterranno dal correre la disfida.
Ho trovato difficoltà nel riscrivere quello che avevo letto. E trovo tutt’ora difficoltà nel capire il senso di questa protesta a mio avviso infondata.
Perciò vorrei tentare di spiegare il mio punto di vista, nella speranza di avviare un confronto anche con l'intento di capire eventuali mie errate interpretazioni.

Se una motivazione può essere quella riportata nell’articolo, cioè che senza comitato non si hanno le giuste motivazioni per correre il palio, credo che questo aspetto possa essere facilmente smentito, in quanto almeno nel quartiere Castennou, con presidente dimissionario da due anni, esiste una coesione tra noi corridori ed altri componenti del quartiere molto forte anche se nessuno di noi, se non le solite Onorevoli Donne, ha mai fatto molto per partecipare alla organizzazione dei momenti di aggregazione solitamente organizzate dal comitato di quartiere solitamente nel periodo estivo o in occasione delle feste patronali (potremmo impegnarci...).
Attualmente, inoltre, scinderei la figura della squadra da quella del comitato di quartiere in quanto sono due entità che seguono due strade ben distinte, l’una sportiva legata alle tradizioni, e l’altra politica. Nel Palio Storico di S. Giovanni penso che la politica c’entri ben poco.
Quello che posso ricordare delle edizioni del Palio Storico di almeno 8 – 10 anni fa, è un senso di attaccamento e di collaborazione reciproca che ora stanno scemando.
Ciò a mio avviso è dato da quello che prima ho riportato, cioè da una non-coesione tra la figura del comitato di quartiere e la squadra, ad eccezione, forse, di un paio di quartieri.
E l’unico momento di aggregazione vera è rimasto quello dei giorni che precedono la corsa del palio, fino ad arrivare alla sera in cui il palio si corre.

Quindi, se si predica che non c’è più attaccamento al quartiere, che non esistono più rapporti interpersonali, perché boicottare proprio l’unico momento utile che finora ha funzionato e che ha offerto a tanti giovani la possibilità di vivere un momento importante dentro il proprio paese.
Ora ci troviamo di fronte ad un ostacolo: il rifiuto (almeno così mi è sembrato di capire) da parte di alcuni quartieri Sammarì, Montarice, Santa Maria in Potenza di confrontarsi, più che con i vecchi presidenti, con i componenti delle squadre, elementi che ritengo essere il cuore pulsante dei quartieri per i motivi sopradetti. Ritengo onorevole la posizione presa dal quartiere Europa nella persona della Sig.ra Maestra Citaroni in quanto, pur sostenendo in parte le volontà dei quartieri protestanti, ha espresso pubblicamente le sue ragioni, cercando di una possibile mediazione.
Anche perchè a questo punto, qualora si volessero perorare altre forme di polemica, si avrebbero ulteriori elementi per a disposizione: ad esempio, girando la frittata... Il quartiere X non parteciperà alla corsa del Palio se tutti i quartieri non avranno tutti e 12 gli elementi residenti nel quartiere, e fino a che tutti non saranno d’accordo i componenti del quartiere X non si presenteranno alle riunioni...

Qualcuno avrebbe già vinto in partenza, ma significherebbe tentare di imporre una propria visione delle cose. Vorrei che il palio continuasse a vivere come e meglio di prima, ma per fare ciò servono forze nuove ed è necessario, a mio avviso, cercare un punto di incontro lasciando da parte la burocrazia e le ripicche.
E’ stato proposto di coinvolgere direttamente le squadre di quei quartieri, diciamo così, “ingovernati” in modo tale da traghettarci almeno sino a dopo il palio 2008, con la speranza di costituire una solida base di giovani e di idee per poter organizzare al meglio il 2009, magari con un pò più di serenità e con la sapiente capacità di superare ogni forma di attrito.


di Mirco Cappella | pubblicato il 20/06/2008 | Stampa