77- A proposito del rinnovo dei Comitati di quartiere
di Pasqualì | pubblicato il 23/01/2008 | Stampa
Ci risiamo, domenica 27 gennaio 2007 si sarebbe dovuto votare per il rinnovo dei Comitati di Quartiere ma soltanto per 3 quartieri su 7 sono state presentate candidature: Sammarì, Santa Maria in Potenza e Montarice.
Una grande vittoria non c’è che dire!
Ma una grande vittoria per chi?
Non certo per quanti hanno, tramite i Comitati, cercano di far emergere varie problematiche verso l’Amministrazione.
Non certo per quei Comitati che hanno cercato di suggerire soluzioni alternative su iniziative intraprese (soprattutto nell’edilizia) dall’Amministrazione.
Non certo per le centinaia di ragazzi che negli anni hanno corso il Palio di S. Giovanni.
Non certo per tutte quelle persone che hanno partecipato attivamente nelle varie edizioni alle feste patronali.
Non certo a quanti hanno organizzato o preso parte alle varie iniziative dei Comitati.
Non certo per i cittadini di Porto Recanati.

Si è cercato nel corso del tempo, almeno a partire dall’ultima elezione dei Comitati di Quartiere, di limitare al minimo l’autonomia dei vari Comitati, con l’intento di “rabbonirne” anche la capacità di iniziativa fino al punto di inserire nelle varie liste, persone diciamo così “politicamente amiche” e di “fiducia certa” verso chi amministra la città  con l’unico scopo di non avere più “rotture di scatole” nelle richieste e nei rapporti con il Comune.
Tanto è vero che i vari candidati “inseriti” con questo concetto si sono presto defilati (mostrando un grande senso civico) lasciando così i Comitati di quartiere a bivaccare in balia di se stessi.
Ecco dunque le difficoltà di quartieri storici come Castennou il cui Presidente, in evidente impedimento nel prendere ed attivare iniziative, si dimette poco tempo dopo l’insediamento, salvo però, pur essendo dimissionario, festeggiare alla grande la vittoria (3 anni dopo le dimissioni) del palio da parte del suo quartiere. (incongruenza, sfacciataggine, o prezioso suggerimento in onore della visibilità?).

In difficoltà sono anche tutti gli altri quartieri: il Centro Storico, il cui presidente è stato praticamente lasciato solo a rappresentare il quartiere nelle iniziative istituzionali, oppure Sammarì che sin da subito ha visto un continuo defilarsi di candidati eletti, o il quartiere Europa che pure, fino a qualche anno addietro, era stato attivissimo nel prendere iniziative di vario tipo stimolando la partecipazione degli abitanti nel quartiere e coinvolgendoli nella gestione delle stesse e che oggi invece fa fatica a manifestare un minimo di presenza.
La stessa cosa vale pertutti gli altri quartieri: Montarice, S. Maria in Potenza, Scossicci del Sole, tutti hanno, come si dice, tirato a campare valendosi soprattutto dell’impegno e della buona volontà delle pochissime persone dotante di maggiore sensibilità e senso civico.
Senza considerare poi che la partecipazione democratica, cui dovrebbe ispirarsi la vita dei quartieri e per favorire la quale sono stati creati (vedi statuto), per espletarsi ha bisogno di spazi ed anche di finanziamenti.
E questa è una richiesta che tutti i rappresentati dei quartieri hanno più volte girato alla pubblica amministrazione sollecitando iniziative, senza però trovare mai orecchie attente.

Ma allora per chi è una grande vittoria?

Probabilmente per chi ha voluto tutto questo, per chi ha voluto togliere autonomia e voce ai Comitati di Quartiere, accusandoli in passato di essere politicizzati perché non in linea con le mega-politico-folgorazioni di qualche assessore e che hanno portato la città ad essere quello che attualmente è; un agglomerato confuso di case, soffocato dall’edilizia e dal crescere a dismisura del numero delle concessioni.

E pensare che per stimolare la partecipazione dei cittadini, nel corso dell’ultima legislatura è stato anche creato un apposito assessorato agli “Istituti della Partecipazione” (associazioni) e tale incarico è stato affidato a persona che già in passato aveva fatto esperienza di presidente di quartiere sottoscrivendo, in tale ruolo, iniziative congiunte dei presidenti di quartiere in relazione alle linee guida (in volgo “politiche”) poco chiare e trasparenti intraprese dalla amministrazione comunale riguardo il futuro della nostra città.

Certo mi piacerebbe elencare qui di seguito tutte le iniziative intraprese nei 3 anni di mandato dall’assessore in questione per quanto concerne le associazioni, le riunioni tenute, le proposte logistiche oppure le iniziative prese per far si che i vari comitati non si sgretolassero, ma attualmente l’elenco è vuoto!

Ecco dunque l’appello: forza gente, non rimaniamo chiusi dentro casa a far finta di vivere, a nasconderci solo  dietro le parole famiglia, lavoro, tempo o dentro i nostri piccoli vizi o le nostre esigenze quotidiane usciamo fuori, facciamo sentire la nostra voce, diamo un po’ dell’energia che di solito mettiamo per fare quattro vasche per il Corso, per cantare nei vari cori, per giocare a truccu, per parlare di calcio, per fare i protagonisti assoluti delle nostre “piccole” vite.

Cerchiamo magari in un momento di lucidità estrema, di ricordarci che abbiamo dei figli nei bar, a spasso o all’Oratorio o in discoteca e che non sono così distanti dalle rappresentazioni quotidiane che ci capita di leggere sulla cosiddetta Stampa locale.


Pasqualì
| pubblicato il 23/01/2008 | Stampa