65- Verde come sistema di vita.
di Gloria MAZZA
Ritengo che sia necessario avviare in questo paese una cultura del verde al momento assente, in quanto verde significa ossigeno quindi salute. Ma per avviare un procedimento di questo genere è necessario che si riconoscano in queste parole tutti quelli che non hanno paura della verità.Pensare ad un ambiente e ad un paesaggio urbano con una limitata presenza di alberi è non avere cultura del verde, per avere una buona qualità della vita non si debbono rispettare solo gli standards urbanistici che provengono da una mediazione tra interessi politici ed economici, ma le reali esigenze di chi in quell’ambiente vive e a cui raramente si pensa, basta osservare che spesso “progettisti creativi” includono nei conteggi degli standards anche le aiuole starti-traffico, al solo scopo di aumentare gli spazi cementificati.

Allora bisogna iniziare a chiedere con forza che l’ambente dove viviamo sia idoneo ad assicurare una migliore qualità di vita e che non si debba arrivare alla sospensione obbligata della circolazione veicolare perché si sono superati i limiti di sicurezza per gli abitanti. Bisogna pensarci per tempo e quindi quando vengono progettate nuove zone residenziali debbono essere presenti piste ciclabili, marciapiedi ombreggiati, punti di sosta, separazione tra traffico veicolare e traffico pedonale nell’ambito di un progetto territoriale organico.

L’albero è una fabbrica di benessere, pià alberi vicini in un luogo mitigano la calura estiva, l’aria è più respirabile in quanto molte polveri o gas vengono assorbiti dagli stessi. Le foglie che cadono fanno parte del ciclo della vita e quando parliamo di sporco, parliamo di spiagge piene di rifiuti, di escrementi di cani dappertutto, di pavimentazioni incontrollate. La cultura del verde va di pari passo con il rispetto dell’ambiente e chi non ama il verde è difficile che poi capisca che cosa dono le polveri sottili e quali malattie portano e perché sia così importante mantenere puliti il mare, la spiaggia, le vie, i parchi.

Oggi mi chiedo a cosa servono piante che hanno solo funzione ornamentale, quando una vasta varietà di essenze, se conosciute, potrebbero soddisfare tutte le esigenze sopra descritte con costi molto contenuti purchè la scelta, la disposizione e la successiva manutenzione, siano legati ad un’esperta progettazione iniziale. Gli spazi verdi servono per giocare, per sedersi su un prato, per stare all’ombra e non vanno occupati dalle solite fontane che servono solo a raccogliere sporcizia.

Sembrano tutte considerazioni ovvie, ma non realizzabili in quanto in questo paese definito a “vocazione turistica”, come se turismo significasse autorizzazione a soffocare. Allora a chi dovremmo chiedere di avviare questo insegnamento al verde?
Alla Scuola? Certo, perché gli insegnanti sono persone sensibili e i bambini spiriti vergini che amano gli spazi.
Alle Amministrazioni? Certo perché non dovrebbero commettere gli stessi errori delle grandi città.
Alla Provincia? Certo, visto che è stato persino istituito un assessorato alla vivibilità e che il problema del verde ha portato tanti a dare il loro consenso.

Alle Associazioni? Certo, specialmente quelle Associazioni che sono interessate alla salvaguardia della salute.
Ai cittadini? Certo, visto che oggi molti hanno aperto gli occhi e si soffermano perfino a criticare una potatura sbagliata.


Dott.ssa Gloria Mazza - Presidente Comitato di Quartiere di Sammarì